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[36]
E ſenza diſarmarſi fopra il letto
Col viſo volta in giú, tutta ſi ſtefe,
Oue per non gridar, ſi che ſoſpetto
Di ſé faceſſe, i panni in bocca preſe,
E ripetendo quel che l’hauea detto
Il caualliero, in tal dolor diſcefe
Che piú non lo potendo foſſerire
Fu ſorza a disfogarlo e coſi a dire.
[37]
Mifera a chi mai piú creder debb’io?
Vo dir ch’ognuno e perfido e crudele:
Se perfido e crudel fei Ruggier mio
Che ſi pietoſo tenni e ſi fedele,
Qual crudeltá qual tradimento rio
Vnqua s’ udi per tragiche querele
Che non troui minor? ſé penſar mai
Al mio merto e al tuo debito vorai?
[38]
Perche Ruggier come di te non viue
Cauallier di piú ardir di piú bellezza
Ne che a gran pezzo al tuo valor arri uè
Ne a tuoi coſtumi ne a tua gentilezza,
Perche non fai che ſra tue illuſtri e dine
Virtú, ſi dica anchor c’habbi fermezza?
Si dica c’habbi inuiolabil fede?
A chi ogn’ altra virtú s’ inchina e cede.
[39]
Non fai che non compar, ſé non v’e qlla
Alcun valore? alcun nobil coſtume?
Come ne coſa (e ſia quanto vuol bella)
Si può vedere oue non ſplenda lume,
Facil ti ſu ingannare vna donzella
Di cui tu Signore eri idolo e nume
A cui poteui far con tue parole
Creder ch foſſe oſcuro e ſreddo il Sole.
[40]
Crudel di che peccato a doler t’ hai
Se d’ uccider chi t’ ama non ti penti ?
Se’l mancar di tua ſé ſi leggier fai
Di ch’altro peſo il cor grauar ti ſenti ?
Come tratti il nimico? ſé tu dai
A me che t’amo ſi, queſti tormenti?
Ben diro che giuſtitia in ciel non ſia
S’a veder tardo la vendetta mia.
[41]
Se d’ ogn’ altro peccato assai piú quello
De l’empia ingratitudine l’huom graua.
E per queſto dal ciel l’angel piú bello
Fu relegato in parte oſcura e caua,
E ſé gran fallo aſpetta gran ſlagello
Quando debita emenda il cor non laua,
Guarda ch’aſpro ſlagello in te non ſceda
Ch mi fé’ ingrato e nò vuoi farne eméda.
[42]
Di ſurto anchora, oltre ogni vitio rio
Di te crudele ho da dolermi molto,
Che tu mi tenga il cor, non ti dico io
Di queſto, io vo che tu ne vada aſſolto:
Dico di te che t’ eri fatto mio
E poi contra ragion mi ti fei tolto:
Renditi iniquo a me, che tu fai bene
Che non ſi può ſaluar chi l’altrui tiene.
[43]
Tu m’hai Ruggier laſciata, io te non voglio
Ne laſciarti volendo ancho potrei,
Ma per vſcir d’ affanno e di cordoglio
Poflb e voglio ſinire i giorni miei,
Di no morirti in gratia ſol mi doglio:
Che ſé conceſſo m’haueffero i dei
Ch’ io ſoſſi morta quando t’ era grata
Morte nò ſu giamai tanto beata.