Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/455

Da Wikisource.


 [84]
Qui la tenea: che’l luogo hauuto í dono
     Hauea dal padre: e raro egli n’ uſcia,
     E con lui dieci cauallier ci ſono
     E de i miglior di Francia tutta via,
     Qui ſtado venne a capitarci il buono
     Triſtano, & vna donna in compagnia
     Liberata da lui poc’ hore inante,
     Che trahea preſa a ſorza vn ſier gigante.

 [85]
Triſtano ci arriuo, che’l Sol giá volto
     Hauea le ſpalle a i liti di Siuiglia,
     E domádo qui dentro eſſer raccolto:
     Perche no ce altra ſtáza a dieci miglia,
     Ma Clodiò che molto amaua: e molto
     Era geloſo, in Comma Ci conſiglia
     Che CoreCtier ſia chi Ci voglia: mentre
     Ci Ctia la bella donna, qui non entre.

 [86]
Poi che con lunghe & iterate preci
     No potè hauer qui albergo il caualliero
     Hor quel che Car co prieghi io no ti Ceci,
     Che’l Cacci (diſſe) tuo mal grado ſpero,
     E sfido Clodion con tutti i dieci
     Che tenea appreſſo, e co vn grido altiero
     Se gli oſſerſe con lancia e ſpada in mano
     Prouar che diſcortefe era e villano.

 [87]
Con patto che Ce Ca che con lo Ctuolo
     Suo cada J terra, & ei Ctia in Cella Corte,
     Ne la rocca alloggiar vuole egli Colo,
     E vuol gli altri Cerrar ſuor de le porte,
     Per no patir qſt’onta va il ſigliuolo
     Del Re di Fracia a riſchio de la morte,
     Ch’aſpramente pcoCCo cade in terra
     E cadon gli altri, e TriCtan ſuor li ferra,

 [88]
Entrato ne la rocca troua quella
     Laqual v’ ho detta a Clodion ſi cara,
     E e’ hauea a par d’ognaltra fatto bella
     Natura, a dar bellezze coſi auara,
     Co lei ragiona, í tato arde e martella
     Di ſuor l’amate aſpra paſſione amara:
     Ilqual no differiCce a mandar prieghi
     Al cauallier che dar non gli la nieghi.

 [89]
Triſtano áchor che lei molto no prezzi:
     Ne pzzar ſuor ch’Iſotta, altra potrebbe,
     Ch’ altra ne ch’ami vuol ne ch’accarezzi
     La potion che giá incantata bebbe,
     Pur perche vendicarſi de l’aſprezze
     Che Clodion gli ha vſate ſi vorebbe:
     Di far gra torto mi parria (gli diſſe)
     Ch tal bellezza del ſuo albergo vſciſſe.

 [90]
E quado a Clodion dormire increſca
     Solo alla ſraſca, e compagnia domandi,
     Vna giouane ho meco bella e ſreſca:
     Non perho di bellezze coſi grandi,
     QueCta faro contento che ſuor eCca
     E ch’ubbidiCca a tutti i Cuoi comandi,
     Ma la piú bella mi par dritto e giuſto
     Che Ctia con ql di noi ch’e piú robuſto.

 [91]
Eſclufo Clodione e mal contento
     Ando Sbuſſando tutta notte in volta,
     Come s’a quei che ne l’alloggiamento
     Dormiano adagio, feſſe egli l’aſcolta,
     E molto piú che del ſreddo e del vento
     Si dolea de la donna che gli e tolta,
     La mattina Triſtano a cui n’ encrebbe
     Gli la rende, donde il dolor fin’hebbe.