Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/468

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[76]
E che n’andrano a pie pur tutta via
     ſia la ſtrada piana: o ſcenda e faglia,
     Ne poi che l’anno ancho ſinito ſia
     Saran p caualcare o veſtir maglia,
     S’altr’ arme altro deſtrier da lor non ſia
     Guadagnato per ſorza di battaglia,
     Coſi fenz’ arme per punir lor fallo
     Eſſi a pie ſé n’andar: glialtri a cauallo.

[77]
Bradamante la ſera ad vn cartello
     Ch’ alla via di parigi ſi ritroua
     Di Carlo e di Rinaldo ſuo fratello
     C’hauean rotto Aggramate vdi la nuoua
     Quiui hebbe buona méſa e buono hoſtello
     Ma qſto & ogn’ altro agio poco gioua
     Che poco magia, e poco dorme, e poco
     Non che poſar ma ritrouar può loco.

[78]
Non perho di coſtei voglio dir tanto
     Ch’ io non ritorni a quei duo cauallieri
     Che d’accordo legato haueano a canto
     La ſolitaria ſonte i duo deſtrieri,
     La pugna lor, di che vo dirui alquanto,
     Non e per acquiſtar terre ne imperi:
     Ma perche Durindana il piú gagliardo
     Habbia ad hauere: e a caualcar Baiardo.

[79]
Senza che tròba, o ſegno altro accènaſſe
     Quado a muouer s’ haueá: ſenza maeſtro
     Che lo ſchermo e’l ferir lor ricordaſſe:
     E lor pungeſſe il cor d’animofo Eſtro:
     L’uno e l’altro d’accordo il ferro traſſe
     E ſi venne a trouare agile e deſtro:
     1 ſpeſſi e graui colpi a farſi vdire
     Incominciaro, & a ſcaldarfi l’ire.

[80]
Due ſpade altre non ſo per proua elette
     Ad eſſer ferme e ſolide e ben dure:
     Ch’a tre colpi di quei ſi foſſer rette
     Ch’ erano ſuor di tutte le miſure,
     Ma quelle fur di tempre ſi perfette,
     Per tante eſperientie ſi ſicure:
     Che ben poteano inſieme riſcontrarfi
     Con mille colpi e piú, ſenza ſpezzarfi,

[81]
Hor qua Rinaldo hor la mutado il paſſo
     Co gra deſtrezza e molta iduſtria & arte
     Fuggia di Durindana il gran ſracaſſo,
     Che fa ben come ſpezza il ferro e parte,
     Feria maggior percoſſe il Re Gradaſſo,
     Ma quaſi tutte al vento erano ſparte,
     Se coglieua talhor, coglieua in loco
     Oue potea grauare e nuocer poco.

[82]
l’altro con piú ragion ſua ſpada inchina
     E fa ſpeffo al Pagan ſtordir le braccia:
     E quádo a i ſianchi, e quado oue còfina
     La corazza con V elmo, gli la caccia,
     Ma troua l’armatura adamantina
     Si ch’una maglia nò ne rompe o ſtraccia,
     Se dura e ſorte la ritroua tanto
     Auuien, perch’ella e fatta per incanto.

[83]
Senza prender ripoſo erano ſtati
     Gran pezzo tanto alla battaglia ſiſi
     Che volti gliocchi in neſſun mai de lati
     Haueano, ſuor che ne i turbati viſi,
     Quádo da vn’ altra zuffa diſtornati
     E da tanto furor ſuron diuiſi:
     Ambi voltare a vn gran ſtrepito il ciglio
     E videro Baiardo in gran periglio.