Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/469

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 [84]
Vider Baiardo a zuffa con vn moſtro
     Ch’era piú di lui grande, & era augello,
     Hauea piú lungo di tre braccia il roſtro
     L’altre fattezze hauea di vipiſtrello,
     Hauea la piuma negra come inchioſtro:
     Hauea l’artiglio grande acuto e fello:
     Occhi di fuoco, e ſguardo hauea crudele
     L’ale hauea grandi che parean due vele.

 [85]
Forſè era vero augel, ma non ſo doue
     O quando vn’ altro ne ſia ſtato tale,
     Non ho veduto mai: ne letto altroue
     Fuor ch’in Turpin: d’un ſi fatto animale,
     Queſto riſpetto a credere mi muoue
     Che l’augel foſſe vn diauolo inſernale,
     Che Malagigi in quella ſorma traſſe
     Accio che la battaglia diſturbaffe.

 [86]
Rinaldo il credette ancho, e gra parole
     F ſconcie poi con Malagigi n’hebbe,
     Egli giá confeſſar non glie lo vuole
     E perche tor di colpa ſi vorrebbe,
     Giura pel lume che da lume al Sole
     Che di qſto imputato eſſer non debbe,
     Foſſe augello o demonio, il moſtro ſcefe
     Sopra Baiardo, e con l’artiglio il preſe.
 [87]
Le redine il deſtrier ch’era poſſente
     Subito rompe, e con ſdegno e con ira
     Contra l’augello i calci adopra e’l dente:
     Ma quel veloce in aria ſi ritira.
     Indi ritorna, e con l’ugna pungente
     Lo va battendo e dognintomo aggira:
     Baiardo oſſeſo e che non ha ragione
     Di ſchermo alcun, ratto a ſuggir ſi pone.

 [88]
Fugge Baiardo alla vicina ſelua
     E va cercando le piú ſpeſſe ſronde,
     Segue di fopra la pènuta belua
     Con gliocchi ſiſi, oue la via feconde.
     Ma pure il buon deſtrier tanto s’ inſelua
     Ch’ al ſin ſotto vna grotta ſi naſconde,
     Poi che l’alato ne perde la traccia
     Ritorna in cielo e cerca nuoua caccia.

 [89]
Rinaldo e’l Re Gradano che partire
     Veggono la cagion de la lor pugna,
     Reſtan d’accordo quella differire
     Fin che Baiardo ſaluino da l’ugna
     Che per la ſcura ſelua il fa ſuggire:
     Con patto che qual d’effi lo raggiugna
     A quella ſonte lo reſtituifea,
     Oue la lite lor poi ſi ſiniſca.
 [90]
Seguendo ſi partir da la ſontana
     l’herbe nouellamente in terra peſte,
     M>0to da lor Baiardo s’allontana
     C hebbon le piate in ſeguir lui mal pſte,
     Gradaflb che non lungi hauea l’Alfana
     Sopra vi falſe, e per quelle foreſte
     Molto lontano il Paladin laſcioffe
     Triſto e peggio contento che mai foſſe.

 [91]
Rinaldo perde l’orme in pochi paſſi
     Del ſuo deſtrier, che ſé ſtrano viaggio,
     Ch’ andò riui cercando arbori e faſſi
     Il pili ſpinofo luogo il piú ſeluaggio,
     Accio che da quella vgna ſi celaſſi
     Che cadèdo dal ciel gli facea oltraggio,
     Rinaldo dopo la fatica vana
     Ritorno ad aſpettarlo alla ſontana.