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Ben che ſu quella anchor brutta vedetta
Maſſimamente contra voi, ch’appreffo
Ceſare eſſendo, mentre Padua ſtretta
Era d’ attedio: be ſapea che ſpeffo
Per voi piú d’ una ſiamma ſu interdetta:
E ſpento il fuoco anchor poi ch ſu meſſo
Da villaggi e da templi, come piacque
All’alta corteſia che con voi nacque.
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Io non parlo di queſto, ne di tanti
Altri lor diſcorteſi e crudeli atti,
Ma ſol di quel che trar da i faſſi i pianti
Debbe poter, qual volta ſé ne tratti,
Quel di Signor che la famiglia inanti
Voſtra mandaſte, la doue ritratti
Da i legni lor con importuni auſpici
S’erano in luogo ſorte gl’inimici.
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Qual Hettorre & Enea, ſin detro a i ſlutti
Per abbruciar le naui greche andaro,
Vn’Hercol vidi, e vn’ Aleſandro indutti
Da troppo ardir, partirli a paro a paro,
E ſpronado i deſtrier: paſſarci tutti
E i nemici turbar ſin nel riparo,
E gir ſi inanzi, ch’ai fecondo molto
Aſpro ſu il Ritornare e al primo tolto,
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Saluoſſi il Ferruſſin, reſto il Cantelmo:
Che cor Duca di Sora, che conſiglio
Fu allhora il tuo? che trar vederti l’elmo
Fra mille ſpade al generoſo figlio:
E menar pſo a naue, e fopra vn ſchelmo
Troncargli il capo, ben mi marauiglio
Che darti morte lo ſpettacol ſolo
Non potè, quanto il ferro a tuo ſigliuolo.
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SchiauO crudele, Ode hai tu il modo appſo
De la militia? i qual Scythia s’ intède
Ch’uccider ſi debba vn poi che glie pſo?
Che rende l’arme, e piú non ſi difende?
Dunque vccideſti lui, perche ha difeſo
La patria, il Sole a torto hoggi riſplende
Crudel ſeculo, poi che pieno fei
Di Thyeſti: di Tantali: e di Atrei.
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Feſti Barbar crudel del capo ſcemo
Il piú ardito garzon, che di ſua etade
Foſſe da vn polo a l’altro, e da l’eſtremo
Lito de gl’indi, a quello oue il Sol cade,
Potea in Anthropophago i Polyphemo
La beltá e gli anni ſuoi trouar pietade,
Ma non in te, piú crudo e piú fellone
D’ogni Cyclope e d’ogni Leſtrigone.
[10]
Simile eſempio non credo che ſia
Fra gli antiqui guerrier, di quai li ſtudi
Tutti fur gentilezza e corteſia
Ne dopo la vittoria erano crudi,
Bradamante non ſol non era ria
A quei e’ hauea toccado lor gli feudi
Fatto vſcir de la fella, ma tenea
Loro i caualli e rimontar facea.
[11]
Di queſta donna valoroſa e bella
Io vi diſſi di fopra, che abbattuto
Haueua Serpetin quel da la Stella:
Gradonio di Voltema: e Ferrauto
E ciaſcun d’effi poi rimeſſo in fella
E diſſi anchor che’l terzo era venuto
Da lei madato a disfidar Ruggiero
La doue era ſtimata vn caualliero.