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Forza e a Marphiſa ch’a ql colpo vada
A prouar fe’l terreno e duro o molle,
E coſa tanto inſolita le accada
Ch’ella n’e per venir di ſdegno ſolle,
Fu in terra a pena che traſſe la ſpada
E vendicar di quel cader ſi volle,
La ſigliuola d’ Amon non meno altiera
Grido, che fai? tu fei mia prigioneira,
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Se bene vſo con glialtri corteſia
Vſar teco Marphiſa non la voglio,
Come a colei che d’ogni villania
Odo che fei dotata e d’ogni orgoglio,
Marphiſa a quel parlar ſremer s’ lidia
Come vn vento marino in vno ſcoglio,
Grida, ma ſi p rabbia ſi confonde
Ctí no può eſprimer ſuor ql che riſpóde.
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Mena la ſpada, e piú ferir non mira
Lei, che’l deſtrier, nel petto e ne la paci
Ma Bradamante al ſuo la briglia gira
E quel da parte Cubito ſi lancia,
E tutto a vn tempo con iſdegno & ira
La ſigliuola d’ Amon ſpinge la lancia
E con quella Marphiſa tocca a pena
Che la fa riuerſar fopra l’arena.
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A pena ella ſu in terra, che rizzoſſe
Cercando far con la ſpada mal’opra,
Di nuouo l’naſta Bradamante moſſe
E Marphiſa di nuouo andò ſozopra,
Benché poſſente Bradamante foſſe
Non perho ſi a Marphiſa era di fopra:
Che l’haueſſe ogni colpo riuerſata,
Ma tal virtú ne l’haſta era incantata.
[24]
Alcuni cauallieri in queſto mezo
Alcuni dico de la parte noſtra,
Se n’ erano venuti doue in mezo
l’un capo e l’altro ſi facea la gioſtra,
Che non eran lontani vn miglio e mezo,
Veduta la virtú che’l ſuo dimoſtra:
Il ſuo che non conoſcono altri mente
Che per vn cauallier de la lor gente.
[25]
Queſti vedèdo il generoſo figlio
Di Troiano alle mura approſſimarſi:
Per ogni caſo per ogni periglio
Non volſe ſproueduto ritrouarſi:
E ſé che molti all’arme dier di piglio
E che ſuor de i ripari appreſentarſi:
Tra queſti ſu Ruggiero, a cui la fretta
Di Marphiſa la gioſtra hauea intercetta.
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L’inamorato giouene mirando
Stana il ſucceſſo, e gli tremaua il core.
De la ſua cara moglie dubitando
Che di Marphiſa ben ſapea il valore,
Dubito dico nel principio, quando
Si moſſe l’una e l’altra con furore,
Ma viſto poi come ſucceſſe il fatto
Keſto marauiglioſo e ſtupefatto.
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E poi che ſin la lite lor non hebbe
Come hauea l’altre hauute al prio ícotro
Nel cor profundamente gli ne’ncrebbe
Dubbioſo pur di qualche ſtrano icótro,
De l’una egli e de l’altra il ben vorrebbe
Ch’ama amedue: nò ch da porre incOtro
Sien queſti amori, e l’un ſiamma e furore
L’altro beniuolenza piú ch’amore.