Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/508

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 [7]
Non reſtate perho donne a cui gioua
     Il bene oprar, di ſeguir voſtra via,
     Ne da voſtra alta impreſa vi rimuoua
     Tema che degno honor non vi ſi dia,
     Che come coſa buona non ſi troua
     Che duri ſempre, coſi anchor ne ria,
     Se le charte ſin qui ſtate e gl’inchioſtri
     Per voi non ſono, hor ſono a tèpi noſtri.

 [8]
Dianzi Marullo, & il Pontan per vui
     Sono e duo Strozzi il padre e’l figlio ſtati
     Ce il Bèbo, c’è il Capei, c’è chi qual lui
     Vediamo, ha tali i cortigian ſormati:
     C evn Luigi Alaman ce ne ſon dui
     Di par da Marte, e da le Muſe amati
     Ambi del ſangue che regge la terra,
     Che’l Menzo fende e d’alti ſtagni ferra

 [9]
Di queſti l’uno oltre che’l proprio inſtito
     Ad honorarui e a riuerirui inchina
     E far Parnaſſo riſonare e Cintho
     Di voſtra laude: e porla al ciel vicina,
     l’amor la fede il ſaldo e non mai vinto
     Per minacciar di ſtratii e di ruina
     Animo ch’Iffabella gli ha dimoſtro:
     Lo fa assai piú, che di ſé ſteffo: voſtro.

 [10]
Si che non e per mai trouarſi ſtanco
     Di farui honor ne i ſuoi viuaci carmi,
     E s’ altri vi da biaſmo, non e ch’ancho
     Sia piú pròto di lui per pigliar l’armi,
     E non ha il mondo cauallier che manco
     La vita ſua per la virtú riſpiarmi,
     Da inſieme egli materia ond’ altri ſcriua
     E fa la gloria altrui ſcriuendo viua.

 [11]
Et e ben degno che ſi ricca Donna
     Ricca di tutto quel valor che poſſa
     Eſſer ſra quante al mòdo portin gonna,
     Mai non ſi ſia di ſua conſtantia moſſa,
     E ſia ſtata per lui vera colonna
     Sprezzando di Fortuna ogni percoſſa,
     Di lei degno egli, e degno ella di lui
     Ne meglio s’accoppiaro vnque altri dui.

 [12]
Nuoui Trophei pon ſu la riua d’ Oglio
     Ch’in mezo a ferri a ſuochi anaui a ruote
     Ha ſparfo alcun tanto ben ſcritto ſoglio
     Che’l vicin fiume Tuidia hauer gli puote:
     Appreſſo a qſto vn’ Hercol Bentiuoglio,
     Fa chiaro il voſtro honor co chiare note
     E Renato Triuulcio, e’l mio Guidetto
     E’l Molza a dir di voi da Phebo eletto.

 [13]
C’e’l Duca de Carnuti Hercol ſigliuolo
     Del Duca mio, che ſpiega l’ali come
     Canoro Cigno, e va cantando a volo
     E fin’ al cielo vdir fa ilvoſtro nome,
     C e il mio Signor del Vaſto a cui no ſolo
     Di dare a mille Athene, e a mille Rome
     Di ſé materia baſta, ch’ancho accenna
     Volerai eterne far con la ſua penna.

 [14]
Et oltre a queſti & altri e’ hoggi hauete
     Che v’ hanno dato gloria, e ve la danno:
     Voi per voi ſteſſe dar ve la potete,
     Poi che molte laſciando l’ago e’l panno
     Son con le Muſe a ſpegnerfi la ſete
     Al ſonte d’ Aganippe andate, e vanno,
     E ne ritornan tai che l’opra voſtra
     E piú biſogno a noi ch’a voi la noſtra.