Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/535

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 [8]
I duo campion chevedeno turbarli
     Cótra ogni accordo 9tra ogni prometta.
     Senza piú l’un con l’altro trauagliarſi
     Anzi ogni ingiuria hauèdoſi rimeria
     Fede ſi dan, ne qua: ne la impacciarli
     Fin che la coſa non ſia meglio eſpreffa
     Chi ſtato ſia che i patti ha rotto inante,
     O’I vecchio Carlo o’I giouene Agramate

 [9]
E replican con nuoui giuramenti
     D’ eſſer nimici a chi manco di fede,
     Sozopra ſé ne van tutte le genti
     Chi porta inanzi: e chi ritorna il piede,
     Chi ſia ſra i vili, e chi tra i piú valenti
     In vn’atto medeſimo ſi vede:
     Son tutti parimente al correr preſti
     Ma quei corrono inanzi, e indietro qſti.

 [10]
Come leurier che la ſugace ſera
     Correre intorno, & aggirarli mira,
     Ne può co gli altri cani adare í ſchiera
     Che’l cacciator lo tien, ſi ſtrugge d’ira
     Si tormenta, s’affligge, e ſi diſpera:
     Schiattile indarno, e ſi dibatte e tira:
     Coſi ſdegnoſa infin’allhora ſtata
     Marphiſa era quel di con la Cognata.

 [11]
Fin’ a qll’hora hauean quel di vedute
     Si ricche prede in ſpatiofo piano:
     F che foſſer dal patto ritenute
     Di non poter ſeguirle e pomi mano
     Ramaricate s’ erano e dolute
     E n’ hauean molto ſoſpirato in vano
     Hor che i patti e le triegue vider rotte
     Liete ſaltar ne l’Africane ſrotte.

 [12]
Marphiſa caccio l’haſta per lo petto
     Al primo che ſcótro due braccia dietro:
     Poi trafile il brado, e I me ch nò l’ho detto
     Spezzo quattro elmi che sèbrar di vetro
     Bradamante non ſé minore effetto
     Ma l’haſta d’or, tenne diuerſo metro,
     Tutti quei che tocco per terra miſe
     Duotanti ſur, ne perho alcuno vcciſe.

 [13]
Queſto ſi preſſo l’una all’altra fero
     Che teſtimonie ſé ne fur tra loro,
     Poi ſi feoſtaro, & a ferir ſi diero
     Oue le traſſe l’ira: il popul Moro,
     Chi potrá còto hauer d’ogni guerriero
     Ch’a terra mandi quella lancia d’oro?
     O d’ ogni teſta che tronca o diuiſa
     Sia da la horribil ſpada di Marphiſa?

 [14]
Come al ſoſſiar de piú benigni venti
     Quado Apènin ſcuopre l’herboſe ſpalle
     Muouonſi a par duo turbidi torrenti
     Che nel cader fan poi diuerſo calle,
     Suellono i faſſi e gli arbori eminenti
     Da l’alte ripe, e portar] ne la valle
     Le biade e i campi, e quaſi a gara fanno
     A chi far può nel ſuo camin piú danno,

 [15]
Coſi le due magnanime guerriere
     Scorrendo il campo per diuerſa ſtradii.
     Gran ſtrage fan ne l’Africane ſchiere,
     L’una con P haſta, e l’altra con la ſpada,
     Tiene Agramante a pena alle bandiere
     La gente ſua, ch’in ſuga non ne vada,
     In van domanda: in van volge la ſronte
     Ne può ſaper chejla di Rodomonte