Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/536

Da Wikisource.


 [16]
A conſorto di lui rotto hauea il patto
     (Coſi credea) che ſu ſolènemente
     I Dei chiamando in teſtimonio, fatto:
     Poi s’ era dileguato ſi repente,
     Ne Sobrin vede áchor: Sobrin ritratto
     In Arli s’era: e dettoſi innocente,
     Perche di quel pergiuro, aſpra vendetta
     Sopra Agramante il di medeſmo aſpetta.

 [17]
Marſilio ancho e fuggito ne la terra
     Si la religion gli preme il core,
     Perciò male Agramante il paſſo ferra
     A quei che mena Carlo Imperatore,
     D’ Italia di Lamagna e d’ Inghilterra
     Che tutte gente ſon d’ alto valore:
     Et hanno i Paladin ſparfi tra loro
     Come le gemme in vn riccamo d’oro.

 [18]
E preſſo a i Paladini alcun perfetto
     Quato eſſer poſſa al mondo caualliero,
     Guidon ſeluaggio l’intrepido petto:
     E i duo famoſi ſigli d’Oliuiero,
     Io non voglio ridir ch’io l’ho giá detto
     Di quel par di donzelle ardito e fiero,
     Queſti vccidean di genti faracine
     Tanto che non v’e numero ne ſine.

 [19]
Ma differendo queſta pugna alquanto
     Io vo paſſar ſenza nauilio il mare,
     Non ho co quei di Francia da far tanto
     Ch’ io nò m’habbia d’ Aſtolfo a ricordar:
     La gratia che gli die l’Apoſtol ſanto
     Io v’ ho giá detto, e detto hauer mi pare
     Ch’I Re Brazardo, e il Re de l’Algazera
     Per girli icotra armaffe ogni ſua ſchiera

 [20]
Furon di quei e’ hauer poteano in fretta
     Le ſchiere di tutta Africa raccolte
     No me d’ inſerma etá che di perfetta
     Quaſi ch’anchor le femine fur tolte:
     Agramante oſtinato alla vendetta
     Hauea giá vota l’Africa duevolte,
     Poche genti rimaſe erano, e quelle
     Eſercito facean timido, e imbelle.

 [21]
Ben lo moſtrar che gli nimici a pena
     Vider lontan, che ſé n’andaron rotti,
     Aſtolfo come pecore li mena
     Dinanzi a i ſuoi di guerreggiar piú dotti,
     E fa reſtarne la campagna piena:
     Pochi a Biſerta ſé ne ſon ridotti,
     Prigion rimaſe Bucifar gagliardo
     Saluoſſi ne la terra il Re Branzardo.

 [22]
Via piú dolente ſol di Bucifaro
     Che ſé tutto perduto haueſſe il reſto,
     Biſerta e grande, e farle gran riparo
     Biſogna, e ſenza lui mal può far queſto,
     Poterlo riſcattar molto hauria caro:
     Mentre vi penſa, e ne ſta afflitto e meſto
     Gli viene in mente come tien prigione,
     Giá molti meſi il Paladin Dudone.

 [23]
Lo preſe ſotto a Monacho in riuiera
     Il Re di Sarza nel primo paſſaggio,
     Da indi in qua prigion ſempre ſtato era
     Dudon, che del Daneſe ſu lignaggio,
     Mutar coſtui col Re de l’Algazera
     Penſo Brazardo, e ne mado meſſaggio
     Al Capitan de Nubi, perche inteſe
     Per vera ſpia ch’egli era Aſtolfo Ingleſe