Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/544

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 [80]
Si che i nauili, che d’Aſtolfo hauuti
     Hauea Dudon, di buona gente armati,
     E che la ſera hauean queſti veduti
     Et alla volta lor s’eran drizzati,
     Aſſalir gli nimici ſproueduti
     Gittaro i ferri e ſonſi incatenati:
     Poi ch’ai parlar certificati ſoro
     Ch’erano Mori, e gli nimici loro.

 [81]
Ne l’arriuar che i gran nauili fenno
     (Spirando il vento a lor deſir fecondo)
     Ne i Saracin con tale impeto denno,
     Che molti legni ne cacciaro al fondo,
     Poi cominciaro oprar le mani, e il ſenno
     E ferro, e fuoco, e faſſi di gran pondo
     Tirar con tanta, e ſi ſiera tempeſta
     Che mai non hebbe il mar ſimile a qſta

 [82]
Quei di Dudone a cui poſſanza e ardire
     Piú del ſolito e lor dato di fopra
     (Che venuto era il tempo di punire
     I ſaracin di piú d’ una mal’opra)
     Sanno appreſſo e lontan ſi ben ferire
     Che no troua Agramante oue ſi cuopra:
     Gli cade fopra vn nembo di ſaette
     Da lato ha ſpade, e graſſi, e picche, e accette

 [83]
D’ alto cader ſente gran^ſaſſi e graui
     Da machine cacciati, e da tormenti,
     E prore e poppe ſraccaſſar de naui
     Et aprire vſci al mar larghi e patenti,
     E’l maggior danno e de l’incendi praui
     A naſcer preſti ad amorzarſi lenti:
     La sfortunata ciurma ſi vuol torre
     Del gra periglio e via piú ognhor vi corre.

 [84]
Altri che’l ferro e l’inimico caccia
     Nel mar ſi getta: e vi s’affoga e reſta,
     Altri che muoue a tepo piedi e braccia
     Va per ſaluarſi o in qlla barca o in qſta,
     Ma qlla graue oltre il douer, lo ſcaccia
     E la man per ſalir troppo moleſta
     Fa reſtare attaccata ne la ſponda:
     Ritorna il reſto a far ſanguigna l’onda.

 [85]
Altri che ſpera in mar ſaluar la vita
     O perderlaui al men con minor pena:
     Poi che notando non ritroua aita
     E mancar ſente l’animo e la lena,
     Alla vorace ſiamma e’ ha ſuggita
     La tema di annegarli ancho rimena:
     S’abbraccia a u legno ch’arde, e p timore
     C ha di due morte, in ambe ſé ne muor.

 [86]
Altri per tema di ſpiedo o d’ accetta
     Che vede appſſo, al mar ricorre I vano:
     Perche dietro gli vien pietra o ſaetta
     Che non lo laſcia andar troppo lontano,
     Ma faria ſorſè, mentre che diletta
     Il mio cantar, conſiglio vtile e ſano
     Di finirlo piú toſto che ſeguire
     Tanto che v’ annoiaffe il troppo dire.