Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/573

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 [36]
Et ode come hauendo giá di quella
     Che P amor caccia, beuto Rinaldo,
     Ai lunghi prieghi d’ Angelica bella
     Si dimoſtro coli oſtinato e ſaldo,
     E che poi giunto per ſua iniqua ſtella
     A ber ne l’altra l’amoroſo caldo,
     Torno ad amar p ſorza di quelle acque
     Lei, ch pur diazi oltr’al douer gli ſpiacq.

 [37]
Da iniqua ſtella, e ſier deſtin ſu giunto
     A ber la ſiamma in quel ghiacciato riuo,
     Perche Angelica venne quaſi a vn piito
     A ber ne l’altro di dolcezza priuo,
     Ch d’ogni amor le laſcio il cor ſi emuto
     Ch’indi hebbe lui piú che le ſerpi aſchiuo,
     Egli amo lei, e l’amor giuſe al ſegno
     In ch’era giá di lei Podio e lo ſdegno

 [38]
Del caſo ſtrano di Rinaldo a pieno
     Fu Malagigi dal demonio inſtrutto,
     Che gli narro d’Angelica non meno
     Ch’a vn giouine Africa ſi dono in tutto:
     E come poi laſciato hauea il terreno
     Tutto d’Europa, e per l’inſtabil flutto
     Verſo India ſciolto hauea da i litiHiſpai
     Su l’audaci galee de Catallani.

 [39]
Poi che venne il Cugin per la riſpoſta
     Molto gli diſuaſe Malagigi
     Di piú Angelica amar, che s’ era poſta
     D’un viliſſimo Barbaro a i ſeruigi,
     Et hora ſi da Francia ſi difeoſta
     Che mal ſeguir ſé ne potria i veſtigi:
     Ch’ era hoggi mai piú la ch’a meza ſtrada
     Per andar co Medoro in ſua 9trada.

 [40]
La partita d’ Angelica non molto
     Sarebbe graue all’animoſo amante:
     Ne pur gli hauria turbato il ſono o tolto
     Il penſier di tornarſene in Leuante,
     Ma ſentédo e’ hauea del ſuo amor colto
     Vn Saracino le primitie inante,
     Tal paſſione: e tal cordoglio ſente
     Che non ſu in vita ſua mai piú dolente.

 [41]
Non ha poter d’una riſpoſta ſola:
     Triema il cor détro, e triema ſuor le labbia
     No può la lingua diſnodar parola:
     La bocca ha amara, e par ch toſco v’ habbia
     Da Malagigi ſubito s’ inuol.i
     E come il caccia la geloſa rabbia
     Dopo gran piato, e gran ramaricarfi
     Verſo Leuante fa penſier tornarli.

 [42]
Chiede licentia al figlio di Pipino:
     E troua ſcuſa che’l deſtrier Baiardo
     Che ne mena Gradaſſo ſaracino
     Contra il douer di cauallier gagliardo,
     Lo muoue p ſuo honore a quel camino:
     Accio che vieti al Serican bugiardo
     Di mai vantarli, che con ſpada o lancia
     l’habbia leuato a vn Paladin di Fracia.

 [43]
Laſciollo andar co ſua licentia Carlo
     Ben che ne ſu con tutta Francia meſto.
     Ma ſinalmente nò ſeppe negarlo
     Tanto gli parue il deſiderio honeſto,
     Vuol Dudó, vuol Guidoe accOpagnarlo
     Ma lo niega Rinaldo a qllo e a queſto.
     Laſcia Parigi, e ſé ne va via ſolo
     Pien di ſoſpiri e d’ amoroſo duolo,