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Gliarchi di fopra eſcono ſuor del ſegno
Tanto che fan copchio alle gra porte:
E ciaſcun due coione ha per foſtegno
Altre di bronzo altre di pietra ſorte,
Lungo fará ſé tutti vi diſegno
Gli ornati alloggiamenti de la corte,
E oltr’a quel ch’appar, quanti agi ſotto
La caua terra il maſtro hauea ridotto.
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l’alte colonne e i capitelli d’ oro
Da che i gemmati palchi eran ſuſſulti
I peregrini marmi che vi ſoro
Da dotta mano in varie ſorme ſculti,
Pitture, e getti, e tant’ altro lauoro:
(Bè ch la notte a gliocchi il piú ne occulti)
Moſtran che no baſtaro a tanta mole
Di duo Re inſieme le ricchezze ſole,
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Sopra glialtri ornamenti ricchi e belli
Ch’ erano assai ne la gioconda ſtanza:
V’era vna ſonte: che per piú ruſcelli
Spargea freſchiſſime acque in abodáza,
Poſte le menſe hauean quiui i donzelli
Ch’era nel mezo per vgual diſtanza,
Vedeua e parimente veduta era
Da quattro porte de la caſa altiera.
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Fatta da maſtro diligente e dotto
La ſonte era con molta e ſuttil opra
Di loggia a guiſa o padiglion, ch’in otto
Faccie diſtito: intorno adombri e cuopra
Vn ciel d’ oro che tutto era di ſotto
Colorito di ſmalto le ſta fopra,
Et otto ſtatue ſon di marmo bianco
Che foſtégon ql ciel col braccio maco.
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Ne la man deſtra il corno d’ Amalthea
Sculto hauea lor l’ingenioſo maſtro,
Onde con grato murmure cadea
L’acqua di ſuore in vaſo d’alabaſtro,
Et a ſembianza di gran donna hauea
Ridutto co grande arte ogni pilaſtro,
Son d’ habito e di faccia differente
Ma gratia nano e beltá tutte vgualméte.
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Fermaua il pie ciaſcun di qſti ſegni
Sopra due belle imagini piú baſſe,
Che con la bocca aperta facean ſegni
Che’l cato e l’harmonia lor dilettaſſe,
E quell’atto in che ſon par che diſegni
Che l’opra e ſtudio lor tutto lodaſſe
Le belle dòne che ſu gli homeri hanno,
Se foſſer quei di cu’ in ſembianza ſtano.
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I ſimulachri inſeriori, in mano
Hauean lunghe & ampliſſime ſcritture:
Oue facean con molta laude piano
I nomi de le piú degne ſigure:
E moſtrauano anchor poco lontano
I propri loro in note non oſcure,
Miro Rinaldo a lume di doppieri
Le dòne ad vna ad vna e i cauallieri.
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La pma iſcrittion ch’a gliocchi occorre
CO lungo honor Lucretia Borgia noma,
La cui bellezza & honeſta, preporre
Debbe all’antiqua, la ſua patria Roma,
I duo che voluto han fopra ſé torre
Tanto eccellente & honorata ſoma
Noma lo ſcritto, Antonio Thebaldeo
Hercole Strozza, u Lino, & vno Orpheo