Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/578

Da Wikisource.


 [76]
Gliarchi di fopra eſcono ſuor del ſegno
     Tanto che fan copchio alle gra porte:
     E ciaſcun due coione ha per foſtegno
     Altre di bronzo altre di pietra ſorte,
     Lungo fará ſé tutti vi diſegno
     Gli ornati alloggiamenti de la corte,
     E oltr’a quel ch’appar, quanti agi ſotto
     La caua terra il maſtro hauea ridotto.

 [77]
l’alte colonne e i capitelli d’ oro
     Da che i gemmati palchi eran ſuſſulti
     I peregrini marmi che vi ſoro
     Da dotta mano in varie ſorme ſculti,
     Pitture, e getti, e tant’ altro lauoro:
     (Bè ch la notte a gliocchi il piú ne occulti)
     Moſtran che no baſtaro a tanta mole
     Di duo Re inſieme le ricchezze ſole,

 [78]
Sopra glialtri ornamenti ricchi e belli
     Ch’ erano assai ne la gioconda ſtanza:
     V’era vna ſonte: che per piú ruſcelli
     Spargea freſchiſſime acque in abodáza,
     Poſte le menſe hauean quiui i donzelli
     Ch’era nel mezo per vgual diſtanza,
     Vedeua e parimente veduta era
     Da quattro porte de la caſa altiera.

 [79]
Fatta da maſtro diligente e dotto
     La ſonte era con molta e ſuttil opra
     Di loggia a guiſa o padiglion, ch’in otto
     Faccie diſtito: intorno adombri e cuopra
     Vn ciel d’ oro che tutto era di ſotto
     Colorito di ſmalto le ſta fopra,
     Et otto ſtatue ſon di marmo bianco
     Che foſtégon ql ciel col braccio maco.

 [60]
Ne la man deſtra il corno d’ Amalthea
     Sculto hauea lor l’ingenioſo maſtro,
     Onde con grato murmure cadea
     L’acqua di ſuore in vaſo d’alabaſtro,
     Et a ſembianza di gran donna hauea
     Ridutto co grande arte ogni pilaſtro,
     Son d’ habito e di faccia differente
     Ma gratia nano e beltá tutte vgualméte.

 [81]
Fermaua il pie ciaſcun di qſti ſegni
     Sopra due belle imagini piú baſſe,
     Che con la bocca aperta facean ſegni
     Che’l cato e l’harmonia lor dilettaſſe,
     E quell’atto in che ſon par che diſegni
     Che l’opra e ſtudio lor tutto lodaſſe
     Le belle dòne che ſu gli homeri hanno,
     Se foſſer quei di cu’ in ſembianza ſtano.

 [82]
I ſimulachri inſeriori, in mano
     Hauean lunghe & ampliſſime ſcritture:
     Oue facean con molta laude piano
     I nomi de le piú degne ſigure:
     E moſtrauano anchor poco lontano
     I propri loro in note non oſcure,
     Miro Rinaldo a lume di doppieri
     Le dòne ad vna ad vna e i cauallieri.

 [83]
La pma iſcrittion ch’a gliocchi occorre
     CO lungo honor Lucretia Borgia noma,
     La cui bellezza & honeſta, preporre
     Debbe all’antiqua, la ſua patria Roma,
     I duo che voluto han fopra ſé torre
     Tanto eccellente & honorata ſoma
     Noma lo ſcritto, Antonio Thebaldeo
     Hercole Strozza, u Lino, & vno Orpheo