Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/625

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II corteſe Leon che Ruggiero ama:
     Non che ſappi perho che Ruggier ſia,
     Moſſo da quel valor ch’unico chiama
     E che gli par che ſoprhumano ſia
     Molto ſra ſé diſcorre ordiſce e trama
     E di ſaluarlo al ſin troua la via:
     In guiſa che da lui la Zia crudele
     Offefa non ſi tenga e ſi querele.

 [43]
Parlo in ſecreto a chi tenea la chiaue
     De la prigione, e che volea gli diſſe
     Vedere il Cauallier: pria che ſi graue
     Sententia contra lui data ſeguiſſe,
     Giunta la notte: vn ſuo fedel ſeco haue
     Audace e ſorte, & atto a zuffe e a riſſe,
     E fa che’l Cartellali fenz’ altrui dire
     Ch’egli foſſe Leon, gli viene aprire.

 [44]
Il caſtellan, ſenza ch’alcun de ſui
     Seco habbia: occultamente Leon mena
     Col compagno alla torre oue ha colui
     Che ſi ſerba all’eſtrema d’ogni pena,
     Giunti la dentro gettano amendui
     Al Caſtellan che volge lor la ſchena
     Per aprir lo ſportello: al collo vn laccio
     E ſubito gli dan l’ultimo ſpaccio.

 [45]
Apron la cataratta: onde foſpefo
     Al canape, iui a tal biſogno poſto,
     Leon ſi cala, e I mao ha vn torchio acceſo
     La doue era Ruggier dal Sol nafeoſto,
     Tutto legato e s’ una grata ſtefo
     Lo troua, all’acq vn palmo e me difeoſto
     l’hauria in vn meſe, e i termine piú corto
     Per ſé: fenz’ altro aiuto il luogo morto,

 [46]
Leon RuggiercO gra pietade abbraccia,
     E dice Cauallier la tua virtute
     Indiſſolubilmente a te m’allaccia
     Di voluntaria eterna ſeruitute.
     E vuol ch piú il tuo be, che’l mio mi piaccia
     Ne curi per la tua la mia ſalute,
     E che la tua amicitia: al padre e a quanti
     Pareti io m’habbia al modo io metta inati

 [47]
Io ſon Leone: accio tu intenda: figlio
     Di Coſtantin: che vengo a darti aiuto
     Come vedi in perſona: con periglio
     Se mai dal Padre mio fará ſaputo
     D’effer cacciato, o con turbato ciglio
     Perpetuamente eſſer da lui veduto:
     Che per la gente laqual rotta e morta
     Da te gli ſu a Belgrado, odio ti porta.

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E ſeguito piú coſe altre dicendo
     Da farlo ritornar da morte a vita:
     E lo vieti tutta volta diſciogliendo:
     Ruggier gli dice io v’ho gratia inſinita:
     E queſta vita e’ hor mi date: intendo
     Che ſempremai vi ſia reſtituita
     Che la vogliate rihauere: & ogni-
     Volta che per voi ſpenderla biſogni.

 [49]
Ruggier ſu tratto di quel loco oſcuro
     E i vece ſua morto il Guardian rimaſe,
     Ne conoſciuto egli ne glialtri ſuro,
     Leon meno Ruggiero alle ſue caſe,
     Oue a ſtar ſeco tacito e ſicuro
     Per quattro o per fei di gli perſuaſe,
     Ch rihauer l’arme e’l deſtrier gagliardo
     Gli faria intato: che gli tolſe Vngiardo.