Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/646

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 [92]
Di Philoſophi altroue e di poeti
     Si vede in mezo vn’honorata ſquadra:
     Quel gli dipinge il corſo de pianeti:
     Queſti la terra, quello il ciel gli ſquadra
     Queſti meſte elegie: quel verſi lieti:
     Quel canta heroici, o qlche oda leggiadra
     Mufici aſcolta e varii ſuoni altro, uè
     Ne ſenza ſomma gratia vn paſſo muoue.

 [93]
In queſta prima parte era dipinta
     Del ſublime garzon la pueritia,
     Caſſandra l’altra hauea tutta diſtinta
     Di geſti, di prudentia, di iuſtitia
     Di valor: di modeſtia, e de la quinta
     Che tien con lor ſtrettiffima amicitia,
     Dico de la virtú che dona e ſpende:
     De lequal tutte illuminato ſplende.

 [94]
In queſta parte il giouene ſi vede
     Col Duca sfortunato de gl’Inſubri:
     C’hora in pace a coſiglio con lui ſiede
     Hor’ armato con lui ſpiega i colubri,
     E ſempre par d’ una medeſma Fede
     O ne felici tempi o ne i lugubri,
     Ne la ſuga lo ſegue, lo conforta
     Ne l’afflittion, gli e nel periglio ſcorta.

 [95]
Si vede altroue a gran penſieri intento
     Per ſalute d’Alfonfo e di Ferrara
     Che va cercando per ſtrano argumento
     E troua, e fa veder per coſa chiara
     Al giuſtiffimo ſrate il tradimento
     Che gli vſa la famiglia ſua piú cara,
     E per queſto ſi fa del nome herede
     Che Roma a Ciceron libera diede.

 [96]
Vedeſi altroue in arme relucente
     Ch’ ad aiutar la Chieſa in fretta corre:
     E con tumultuaria, e poca gente
     A vn’ eſercito inſtrutto ſi va opporre
     E ſolo il ritrouarſi egli preſente
     Tanto a gli ecclefiaſtici ſoccorre
     Che’l fuoco eſtigue pria ch’arder cornice
     Si che può dir che viene, e vede, e vince.

 [97]
Vedeſi altroue da la patria riua
     Pugnar incontra la piú ſorte armata:
     Che cótra Turchi o cótra gente Argiua
     Da Venetiani mai foſſe mandata,
     La rompe e vince, & al ſratel captiua
     Con la gran preda l’ha tutta donata,
     Ne per ſé vedi altro ferbarfi lui
     Che l’honor ſol, che nò può dare altrui.

 [98]
Le dóne e i cauallier mirano ſiſi
     Senza trarne conſtrutto le ſigure,
     Perche no hano appſſo che gli auuiſi
     Che tutte quelle ſien coſe ſuture,
     Prendon piacere a riguardare i viſi
     Belli e ben fatti: e legger le ſcritture
     Sol Bradamante da Meliſſa inſtrutta
     Gode tra ſé: che fa l’hiſtoria tutta.

 [99]
Ruggiero áchor ch’a par di Bradamate
     Non ne ſia dotto: pur gli torna a mente
     Che ſra i nipoti ſuoi gli ſolea Atlante
     Commèdar qſto Hippolyto ſouéte,
     Chi potria in verſi a pieno dir le tante
     Corteſie, che fa Carlo ad ogni gente?
     Di varii giochi, e ſempre feſta grande
     E la mèfa ogn’hor piena di viuande.