Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/69

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CANTO QVARTO



Q
Vantunque il ſimular ſia le piu volte

Ripreſo, e dia di mala mente indici,
Si truoua pur i molte coſe, e molte
Hauer fatti euidenti beneſici,
E dāni, e biaſmi, e morti hauer giā tolte
Che non couerſiam Tempre co gli amici
In (|iR’ſta assai piū oſcura che ſerena
Vita mortai tutta d’inuidia piena.

 [2]
Se dopo lunga proua a gran fatica
     Trouar ſi può chi ti ſia amico vero,
     Et a chi ſenza alcun ſoſpetto dica,
     E diſcoperto moſtri il tuo penſiero,
     Che de far di Ruggier la bella amica?
     Con quel Brunel nò puro, e DO (Incero,
     Ma tutto ſimulato e tutto ſinto,
     Come la Maga le l’hauea dipinto.

 [3]
Simula anch’ella, e coſi far conuiene
     Con eſſo lui, di ſintioni padre,
     E come io ciiffi, ſpeffo ella gli tiene
     Gliocchi alle ma, ch’era rapaci e ladre,
     Ecco all’orecchie vn gra ruor lor viene,
     Diſſe la Donna o glorioſa madre,
     O Re del ciel, che coſa farā queſta?
     E doue era il rumor ſi trouo preſta.

 [4]
E vede l’hoſte e tutta la famiglia
     E chi a fineſtre, e chi ſuor ne la via,
     Tener Ieuati al ciel gliocchi e le ciglia,
     Come l’Eccliſſe o la Cometa ſia
     Vede la donna vn’alta marauiglia
     Che di leggier creduta non farla
     Vede paſſar vn gran deſtriero alato,
     Che porta in aria vn Caualiero armato.

 [5]
Grandi eran l’ale, e di color diuerſo
     F. vi ſedea nel mezo vn caualliero
     Di ferro armato luminoſo e terſo,
     E ver Ponente hauea dritto il ſentiero,
     Caloſſi, e ſu tra le montagne immerſo
     E come dicea l’hoſte, e dicea il vero,
     Quel era vn Negromāte, e facea ſpeffo
     ql varco hor piū da lugi hor piū da pſſo

 [6]
Volando tal’hor s’alza ne le ſtelle
     E poi quaſi tal’hor la terra rade,
     E ne porta con lui tutte le belle
     Donne, che troua per quelle contrade,
     Talmente che le miſere donzelle
     C’habbino, o hauer ſi credano beltade,
     (Come affato coſtui tutte le inuole)
     Non eſcon ſuor ſi che le veggia il Sole.

 [7]
E gli ſui Pyreneo tiene vn cartello
     (Narraua l’hoſte) fatto per incanto,
     Tutto d’acciaio, e ſi lucente e bello
     Ch’altro al mòdo non e mirabil tanto,
     Giā molti cauallier ſono iti a quello,
     E neſſun del ritorno ſi da vanto,
     Si ch’io penſo Signore, e temo ſorte,
     O che ſian preſi, o ſian codotti a morte.