Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/77

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 [64]
Sia vero o falſo: che Gineura tolto
     S’habbia il ſuo amate: io nò riguardo a qſto
     D’ hauerlo fatto: la loderei molto
     Quando non foſſe ſtato manifeſto
     Ho in ſua diffeſa ogni pender riuolto
     Datemi pur vn chi mi guidi preſto
     E doue ſia l’accufator mi mene
     Ch’io ſpero í Dio: Gineura trar di pene.


 [65]
Non vo giá dir ch’ella no l’habbia fatto
     Che noi ſappiendo il falſo dir potrei,
     Diro ben che non de per fimil’atto,
     Punition cadere alcuna in lei,
     E diro che ſu ingiuſto o che ſu matto
     Chi fece prima li ſtatuti rei
     E come iniqui riuocar ſi denno.
     E nuoua legge far con miglior ſenno.

 [66]
S,un medeſimo ardor, s’ un diſir pare
     Inchina e sforza l’uno e l’altro feſſo
     A quel ſuaue ſin d’ amor, che pare
     All’ignorante vulgo vn graue ecceſſo:
     Perche ſi de punir donna o biaſmare
     Che co vno o piú d’uno habbia (jmeſſo
     Quel che l’huom fa co <gte n’ha appetito
     E lodato ne va: no che impunito?

 [68]
Son fatti in queſta legge diſuguale
     Veramente alle donne eſpreffi torti,
     E ſpero í Dio moſtrar che glie gra male
     Che tanto lungamente ſi comporti.
     Rinaldo hebbe il conſenſo vniuerſale
     Che fur gli atiq ingiuſti: e male accorti:
     Che confentiro a coſi iniqua legge,
     E mal fa il Re che può ne la corregge.

 [68]
Poi che la luce candida e vermiglia
     De l’altro giorno: aperſe l’Hemiſpero
     Rinaldo l’arme: e il ſuo Baiardo piglia,
     E di quella Badia tolle vn feudiero:
     Che co lui viene a molte leghe e miglia
     Sempre nel boſco horribilmente fiero,
     Verſo la terra: oue la lite nuoua
     De la Donzella de venir’ in pruoua.

 [69]
Hauean cercando abbreuiar camino
     Laſciato pel ſentier la maggior via,
     Quado vn gra pianto vdir ſonar vicino
     Che la foreſta d’ognintorno empia,
     Baiardo ſpinfe l’un: l’altro il Ronzino:
     Verſovna valle: onde quel gridovſcia,
     F. ſra dui maſcalzoni vna donzella
     Vider che di lontan parea assai bella.

 [70]
Ma lachrymoſa e addolorata quanto
     Donna o donzella, o mai perſona foſſe,
     Le ſono dui col ferro nudo a canto
     Per farle far l’herbe di ſangue roſſe,
     Ella con preghi differendo alquanto
     Gina il morir: ſin che pietá ſi moſſe.
     Venne Rinaldo, e come ſé n’accorfe
     Co alti gridi e gra minaccie accorſe.

 [71]
Voltaro i Malandrin toſto le ſpalle
     Che ’l ſoccorſo lontan vider venire.
     E ſé appiattar ne la profonda valle,
     Il paladin non li curo ſeguire,
     Véne a la dona, e qual gran colpa dalle
     Tanta punition, cerca d’udire,
     E per tèpo auanzar: fa allo feudiero
     Leuarla i groppa: e torna al ſuo ſentiero