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Rinaldo ſi caccio ne l’acqua a nuoto
Per aiutarmi: e quaſi ſi ſommerſe:
Perche leuoſſi vn ſurioſo Noto:
Ch d’ombra il cielo: e ’l pelago coperſe,
Quel che di lui ſegui poi, nò m’e noto,
Alcina a confortarmi ſi conuerſe,
E quel di tutto, e la notte che venne:
Sopra ql moſtro í mezo il mar mi tene.
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Fin che venimmo a queſta Iſola bella
Di cui gran parte Alcina ne poſſiede:
E I ’ ha vſurpata ad vna ſua ſorella
Che ’l padre giá laſcio del tutto herede,
Perche ſola legitima hauea quella:
E come alcun notitia me ne diede:
Che pienamente iſtrutto era di queſto:
Sono queſt’ altre due nate d’ inceſto.
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E come ſono inique e federata
E piene d’ogni vitio inſame e bratto,
Coſi quella viuendo in caſtitate
Poſto ha ne le virtuti il ſuo cor tutto,
Contra lei queſte due ſon congiurate,
E giá piú d’uno eſercito hano inſtrutto
Per cacciarla de l’iſola, e in piú volte
Piú di cento cartella l’hanno tolte.
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Ne ci terrebbe hormai ſpanna di terra
Colei che Logiſtilla e nominata:
Se no che quinci vn golſo il paſſo ferra
E quindi vna montagna inhabitata:
Si come tien la Scotia: e l’Inghilterra
Il monte e la riuiera ſeparata,
Ne perho Alcina ne Morgana reſta
Che non le voglia tor ciò che le reſta,
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Perche di vitii e queſta coppia rea:
Odia colei, perche e pudica e ſanta,
Ma per tornare a quel ch’io ti dicea,
E ſeguir poi com’io diuenni pianta:
Alcina in gran delitie mi tenea:
E elei mio amore ardeua tutta quanta:
Ne minor ſiamma nel mio core acceſe
Il veder lei ſi bella, e ſi corteſe.
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lo mi godea le delicate membra,
Pareami hauer qui tutto il ben raccolto
Che ſra i mortali i piú parti ſi ſmembra,
A chi piú & a chi mèo: e a neſſun molto
Ne di Francia ne d’altro mi rimembra
Stauomí ſempre a contèplar quel volto
I Igni penderò, ogni mio bel diſegno
In lei ſinia: ne paſſaua oltre il ſegno.
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Io da lei altretanto, era o piú amato
Alcina piú non ſi curaua d’altri,
Ella ogn’ altro ſuo amate hauea laſciato
Ch’inázi a me ben ce ne fur de glialtri,
Me còſiglier me hauea di e notte alato
E me ſé quel che commadaua a gli altri,
A me credeua: a me ſi riportaua,
Ne notte o di con altri mai parlaua.
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Deh perchevo le mie piaghe toccando
Senza ſperanza poi di medicina?
Perche l’hauuto ben vo rimembrando
Quando io patiſco eſtrema diſciplina?
Quando credea d’eſſer felice: e quando
Credea: ch’amar piú mi doueſſe Alcina,
II cor: che m’hauea dato ſi ritolſe:
E ad altro nuovo amor tutta ſi volſe.