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Qui: doue con ſerena e lieta ſronte
Par ch’ogn’hor rida il gratioſo Aprile,
Gioueni e dòne ſon, qual preſſo a ſonte
Canta con dolce, e dilettoſo ſtile:
Qual d’un arbore all’óbra, ql d’un mòte
O giuoca, o daza, o fa coſa no vile,
E qual lúgi da glialtri, a vii ſuo fedele:
Diſcuopre l’amoroſe ſue querele.
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Per le cime de i Pini, e de gli Allori:
De glialti Faggi, e de gl’hirſuti Abeti:
Volan ſcherzado i pargoletti Amori
Di lor vittorie altri godendo lieti:
Altri pigliando a ſaettare i cori:
La mira quindi, altri tendendo reti:
Chi tempra dardi ad vii ruſcel piú baffo
E chi gli aguzza ad vn volubil ſaſſo.
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Quiui a Ruggier vn gra corſier ſu dato
Forte, gagliardo: e tutto di pel ſauro,
C hauea il bel guernimento ricamato
Di pretioſe géme, e di fin’ auro
E ſu laſciato in guardia quello alato
Quel ch ſoleavbidire al vecchio Mauro
A vn giouene, che dietro lo menaffi
Al buon Ruggier, co men frettofi paſſi.
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Quelle due belle giouani amoroſe:
C hauea Ruggier da l’épio ſtuol difeſo
Da l’épio ſtuol, che dianzi ſé gli oppoſe
Su ql camin: e’ hauea a ma deſtra preſo.
Gli diſſero Signor le virtuoſe
Opere voſtre, che giá habbiamo inteſo,
Ne fan ſi ardite: che l’aiuto voſtro
Vi chiederemo a beneſicio noſtro.
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Noi troueren tra via toſto vna lama
Che fa due parti di queſta pianura,
Vna crudel che Eriphilla ſi chiama:
Difende il potè, e sforza, e igana e ſura:
Chiunque andar ne l’altra ripa brama,
Et ella e giganteſſa di ſtatura:
Li denti ha lúghi: evelenofo il morſo
Acute Pugne: e graffia come vn’Orfo.
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Oltre che ſempre ci turbi il camino
Che libero fari a: ſé non foſſe ella:
Spelici correndo per tutto il giardino
Va cliſturbado hor qſta coſa hor qlla:
Sappiate che del populo aſſaſſino
Che vi aſſali ſuor de la porta bella,
Molti ſuoi ſigli ſon: tutti ſeguaci
Empii come ella: inhoſpiti e rapaci.
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Ruggier riſpoſe : non ch’una battaglia,
Ma per voi faro pronto a farne cento,
Di mia pſona in tutto quel che vaglia
Fatene voi: fecondo il voſtro intento,
Ch la cagiò ch’io veſto piaſtra e maglia
Non e per guadagnar terre: ne argento:
Ma ſol per farne beneſicio altrui,
Tanto piú a belle donne come vili.
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Le donne molte gratie riferirò,
Degne d’un cauallier: come qll’era,
E coſi ragionando ne venire,
Doue videro il ponte e la riuiera:
E di Smeraldo ornata: e di Zafiro
Su l’arme d’or, vider’ la donna altiera
Ma dir ne l’altro canto differiſco
Come Ruggier con lei ſi poſe a riſco.