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22 SATIRA

Se’l Svizzero condurre, o l’Alemanno
     Si dee, bisogna ritrovare i nummi,
     E tutto al servitor ne vien il danno.
Ho sempre inteso, e sempre chiaro fummi,
     Ch’argento, che lor basti, non han mai
     Vescovi, Cardinali, e Pastor summi.
Sia stolto, indotto, vil, sia peggio assai;
     Farà quel ch’egli vuol, se posto insieme
     Avrà tesoro e chi baiar vuol, bai.
Perciò gli avanzi, e le miserie estreme
     Fansi, di che la misera famiglia
     Vive affamata, e grida indarno, e freme.
Quanto è più ricco, tanto più assottiglia
     La spesa, che i tre quarti si delibra
     Por da canto di ciò, che l’anno piglia.
Da l’otto oncie per bocca, a mezza libra
     Si vien di carne, e al pan, di cui la veccia
     Nata con lui nè il loglio, fuor si cribra.
Come la carne, e ’l pan, così la feccia
     Del vin si dà, c’ha seco una puntura,
     Che più mortal non l’ha spiedo, nè freccia;
O ch’egli fila, e mostra la paura,
     Ch’ebbe a dar volta di fiaccarsi il collo,
     Sì che men mal saría ber l’acqua pura.
Se la bacchetta per levar satollo
     Lasciasse il cappellan, mi starei cheto,
     Se ben non gusta mai vitel, nè pollo.