Pagina:Ariosto - Satire, 1809.djvu/27

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SECONDA 21

Ah che ’l disío d’alzarsi il tiene al fondo:
     Già il suo grado gli spiace, e a quello aspira,
     Che dal sommo Pontefice è il secondo.
Giugne a quell’anco, e la voglia anco il tira
     A l’alta sedia, che d’aver bramata
     Tanto, indarno il Riario si martíra.
Che fia s’avrà la cattedra beata?
     Tosto vorrà suoi figli, o suoi nepoti
     Levar da la civil vita privata.
Non penserà d’Achivi, o d’Epiroti
     Dar lor dominio, non avrà disegno
     Ne la Moréa, o ne l’Arta far dispoti.
Non cacciarne Ottoman per dar lor regno,
     Ove da tutta Europa avría soccorso,
     E faría del suo ufficio, ufficio degno.
Ma spezzar la Colonna, e spegner l’Orso,
     Per torgli Palestina, e Tagliacozzo,
     E darli a’suoi, sarà il primo discorso.
E qual strozzato, e qual col capo mozzo,
     In la Marca lasciando, e ’n la Romagna,
     Trionferà del Cristian sangue sozzo.
Darà l’Italia in preda a Francia, o Spagna,
     Che sozzopra voltandola, una parte
     Al suo bastardo sangue ne rimagna.
Le scomuniche empir quinci le carte,
     E quindi esser ministre si vedranno
     L’indulgenze plenarie al fiero Marte.