Pagina:Ariosto - Satire, 1809.djvu/45

Da Wikisource.

A

M. SIGISMONDO

MALAGUZZO


SATIRA QUARTA

Per certo governo datogli dal Duca dimostra, quanto egli fosse mal atto ad altro esercizio, che a quel delle Muse: e che l’essere preso da amore non è laudabile molto ne gli uomini di tempo.

Il ventesimo giorno di Febraio
     Chiude oggi l’anno, che da questi monti,
     Che danno a’ Toschi il vento di Rovaio,
Qui scesi, dove da diversi fonti
     Con eterno romor confondon l’acque
     La Turrita col Serchio fra duo ponti,
Per custodir, come al Signor mio piacque,
     Il gregge Grafagnin, che a lui ricorso
     Ebbe, tosto ch’a Roma il Leon giacque:
Che spaventato, e messo in fuga, e morso
     L’aveva dianzi, e l’avria mal condotto,
     Se non venía dal Ciel giusto soccorso.