Non voglion rimaner però le spose
Nel danno; sempre ci è mano adiutrice,
Che sovviene a le pover bisognose:
E, se non fusse ancor, pur ognun dice,
Ch’egli è così: non pon fuggir la fama,
Più che del ver, del falso relatrice;
La qual patisce mal chi l’onor ama:
Ma questa passíon debole e nulla
Verso un’altra maggior ser Jorio chiama.
Peggio è, dice, vedersi un ne la culla,
E per casa giuocando ir duo bambini,
E poco prima nata una fanciulla;
Ed esser di sua età giunto a’ confini,
E non aver, chi dopo sè lor mostri
La via del bene, e non le fraudi e uncini.
Pigliala, e non far come alcuni nostri
Gentiluomini fanno, e molti fero,
Ch’or giaccion per le chiese e per li chiostri.
Di mai non la pigliar fu il lor pensiero,
Per non aver figliuoli, che far pezzi
Debbian di quel che a pena basta intero.
Quel che acerbi non fer, maturi e mezzi
Fan poi con biasmo: trovan ne le ville
E spesso in le cucine a chi far vezzi.
Nascono figli, e crescon le faville,
Ed al fin pusillanimi e bugiardi
S’inducono a sposar villane e ancille,