Ma fui di parer sempre, e così detto
L’ho più volte, che senza moglie a lato
Non puote uomo in bontade esser perfetto.
Nè senza si può star senza peccato;
Che chi non ha del suo, fuori accattarne
Mendicando, o rubandolo è sforzato.
E chi s’usa a beccar de l’altrui carne,
Diventa ghiotto, ed oggi tordo o quaglia,
Diman fagiani, un altro dì vuol starne:
Non sa quel che sia amor, non sa che vaglia
La caritade; e quindi avvien che i preti
Sono sì ingorda e sì crudel canaglia.
Che lupi sieno, e ch’asini indiscreti,
Me ’l dovreste saper dir voi da Reggio,
Se già il timor non vi tenesse cheti.
Ma senza che ’l diciate, io me n’avveggio:
De l’ostinata Modena non parlo,
Che tutto, che stia mal, merta star peggio.
Pigliala, se la vuoi; fa, se dei farlo,
E non voler, come il Dottor Bonleo,
A l’estrema vecchiezza prolungarlo.
Quella età più al servizio di Lieo
Che di Vener conviensi: si dipinge
Giovane e fresco, e non vecchio Imeneo.
Il vecchio, allora che ’l desio lo spinge,
Di sè presume, e spera far gran cose;
Si sganna poi, che al paragon si stringe.