Che difficil sarà, se non ha venti
Donne poi dietro, e staffieri, e un ragazzo
Che le sciorini il cul, tu la contenti.
Vorrà la nana, un buffoncello, un pazzo,
E compagni da tavola e da giuoco,
Che tutto il dì la tengano in sollazzo.
Nè tor di casa il piè, nè mutar loco
Vorrà senza carretta; bench’io stimi
Fra tante spese questa spesa poco.
Che se tu non la fai, che sei de’ primi
E di sangue e d’aver ne la tua terra;
Non la faran già quei, che son degl’imi:
E se mattina e sera ondeggiando erra
Con cavalli a vettura la Giannicca;
Che farà chi del suo li pasce e ferra?
Ma se l’altre n’han due, ne vuol la ricca
Quattro se le compiaci più che ’l Conte
Rinaldo mio, la t’invviluppa e ficca.
Se le contrasti, pon la pace a monte,
E come Ulisse al canto, tu l’orecchia
Chiudi a pianti, a lamenti, a gridi ed onte.
Ma non le dire oltraggio, o t’apparecchia
Cento udirne per uno, e che ti punga
Più che punger non suol vespa nè pecchia.
Una, che ti sia ugual, teco si giunga:
Che por non voglia in casa nuove usanze,
Nè più del grado aver la coda lunga.