Pagina:Ariosto - Satire, 1809.djvu/60

Da Wikisource.
54 SATIRA

Che difficil sarà, se non ha venti
     Donne poi dietro, e staffieri, e un ragazzo
     Che le sciorini il cul, tu la contenti.
Vorrà la nana, un buffoncello, un pazzo,
     E compagni da tavola e da giuoco,
     Che tutto il dì la tengano in sollazzo.
Nè tor di casa il piè, nè mutar loco
     Vorrà senza carretta; bench’io stimi
     Fra tante spese questa spesa poco.
Che se tu non la fai, che sei de’ primi
     E di sangue e d’aver ne la tua terra;
     Non la faran già quei, che son degl’imi:
E se mattina e sera ondeggiando erra
     Con cavalli a vettura la Giannicca;
     Che farà chi del suo li pasce e ferra?
Ma se l’altre n’han due, ne vuol la ricca
     Quattro se le compiaci più che ’l Conte
     Rinaldo mio, la t’invviluppa e ficca.
Se le contrasti, pon la pace a monte,
     E come Ulisse al canto, tu l’orecchia
     Chiudi a pianti, a lamenti, a gridi ed onte.
Ma non le dire oltraggio, o t’apparecchia
     Cento udirne per uno, e che ti punga
     Più che punger non suol vespa nè pecchia.
Una, che ti sia ugual, teco si giunga:
     Che por non voglia in casa nuove usanze,
     Nè più del grado aver la coda lunga.