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Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/10

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D’ARISTOFANE 5


Pl. Hor ascoltate (bisogna a ’l mio parere, ch’io dica, quel che havea determinato di tener secreto) io son Pluto.

Cr. O sciaguratissimo sopra tutti gli altri huomini. sei Pluto,e taceui?

Ca. Tu Pluto così mal’andato, ò chiaro sole, ò Dei, ò numi, ò Giove. che ditu? sei tu veramente il Pluto?

Pl. Sì.

Cr. Quell’istesso?

Pl. Istessissimo.

Cr. Di dunque per tua fè: donde uieni così mal’aviato, e sporco?

Pl. Vengo da Patroclo,che mai non s’hà lavato da’l di che ei naque.

Cr: Dimmi à che modo sei caduto in questa disgratia?

Pl. Tutto’l male io l’hò da Giove invidioso de’l ben de gli huomini:perche sendo io giovanetto,lo minacciai di voler andar solamente a trovar gli huomini savij, giusti, modesti, da bene: et egli m’acieccò, perche non puotessi discernere alcun di costoro. tanto porta egli inuidià à i buoni.

Cr. E pur i buoni soli e i giusti sono quelli, che gli rendeno honore.

Pl. Io ’l confesso.

Cr. Horsu che dunque? se la vista di nuovo ti ritornasse, come tu havevi in prima, fugiresti i malvagi e i rei? Pl.