Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/104

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meco, adopera la natura, salta, ride, pensa niuna cosa turpe, perche se t'accaderà esser trovato in adulterio queste cose contradirai ad esso. che niuno hai ingiuriato. puoi riferirlo à Giove. e quello è da manco de l'amore, et de le femine. Sì che, tu essendo mortale, à che modo potrai piu magior cosa di Dio.
Giu.
Che poi se gli fosseno tratti dietro i rafani facendo à tuo modo, e fosse incenerato, che fama egli haverà se non d'un largo buco?
Ing.
Et se havera largo il buco, che male egli patirà?
Giu.
Che cosa adunque anchor magiore di questa mai patirà?
Ing.
Che dirai tu poi, se in questo sarai vinta da me?
Giu.
Tacerò. che gli è poi altro?
Ing.
Hor su dimi, per cui cagione canzonano?
Giu.
Per i larghi busi.
Ing.
Credo. et per cui causa fanno le tragedie?
Giu.
Per i larghi busi.
Ing.
Ben parli. et per cui governano il popolo?
Giu.
Per i larghi busi.
Ing.
Hai tu adunque conosciuto, che niente dici? et di spettatori quali siano i piu, considera.
Giu.
Et gia il considero.
Ing.
Che veditu poi? assai molti?
Giu.
Sì per i dij, largi busi, et costui dunque io vedo, et colui, et quest'altro che ha i capelli.
Ing.
Che dirai tu mò?