Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/123

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LE NEBULE
Dionisio
Per Giove sì, ma guarda solamente, che tu non dichi.
Xantia
Che cosa?
Dionisio
Che tu caghi mutando la spalla.
Xantia
Non vuoi tu ch'io petegi, se portando tanto carico sopra di me, alcun non mi discarica?
Dionisio
Non di gratia, se non quando voglio vomitare.
Xantia
Che bisogna, ch'io porta questi vasi, se niente facio, di che Frinico sia solito à fare, e Lici, e Mipsia, che portano sempre i vasi ne la comedia?
Dionisio
Adesso non farai. che quando vederò alcuna cosa di questi sofismati, vecchio più d'un anno me ne partirò.
Xantia
O tre volte me infelice: egli non dirà, che non sia cosa ridicula, che 'l mio collo sia così carico?
Dionisio
Non è ingiuria questa: che havendo io molte ricchezze, e sendo figliuol di Stannio, me ne vado, e affaticomi, e facio cavalcar costui, à ciò che non s'affatichi, ne habi dolore?
Xantia
Che à me non duole se io porto?
Dionisio
Come ti duole portando, che sei portato?
Xantia
Portando queste cose.
Dionisio
In che modo?
Xantia
Molto gravemente.
Dionisio
Tu non porti cosa grave, ma ben è l'asino.
Xantia
Non certo, non per Giove, che quello ch'io ho, il porto.
Dionisio
Come porti tu, che da un'altro sei portato?