Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/124

Da Wikisource.

D'ARISTOFANE. 62
Xanthia
Non sò, la spalla mia è molto caricata.
Dionisio
Ma tu, che dici che non t'aiuta l'asino, tolli su, e porta l'asino.
Xanthia
Povero me: perche io non combatto in nave? certamente farei che lungamente piagneresti.
Dionisio
Salta giu poltrone, che di certo porti bene. hormai à piedi son divenuto, dove mi bisognava. regazzino, regazzo, regazzo dico.
Hercule
Ch'ha battut'à la porta, cosi centauricamente? alcun è entrato, dimi che cosa è questa?
Dionisio
Regazzo.
Xanthia
Che cosa.
Dionisio
Non hai inteso?
Xanthia
Che?
Dionisio
Che molto egli ha havuto temenza di me.
Xanthia
Per Giove non t'impazzire.
Hercule
Per Cerere non posso far ch'io non rida, e io mi mordo: pure me ne rido.
Dionisio
O felice tu vien quà, che molto di te ho bisogno.
Hercule
Non mi posso guardar da 'l ridere, vedendo la pelle de 'l leone gialla che è stata ne 'l zafrano. che cervello? il cothurno è la mazza in che modo ti stanno bene? e dove vuoi tu andare?
Dionisio
Io guerreggiava con Clistene.
Hercule
Hai tu combattuto in guerra navale?
Dionisio
Ho io fatto annegare dodeci, ò tredici navi de nemici.
Hercule
Voi? per Apolline, e io me ne son kua 'o su.