Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/135

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LE RANE
Dionisio
E dunque Empusa,
Xanthia
Tutto il viso li luce di fuogo, e hà un braccio di metallo.
Dionisio
Per Nettuno e l'altro è sterco di bove.
Xanthia
Se vede per chiaro.
Dionisio
Dove dunque anderò io?
Xanthia
Et io dove?
Dionisio
Aiutami sacerdote ch'io serò tuo compagno à bevere.
Sacerdote
Morimo ò Rè Hercule.
Dionisio
Nò, non mi chiamasti mè di gratia, ne nominare il nome mio.
Sacerdote
Dionisio dunque?
Dionisio
Et questo nome manco de l'altro.
Xanthia
Và via. dove vai? quà quà patrone.
Dionisio
Che egli è?
Xanthia
Stà in cervello, ogni cosa è andata bene, ma ne è licito si come queste cose n'han travagliati, che ancho ne ridiamo è pigliamosi spasso, imperò che io vego da le aque la bonazza. quella è Empusa vana.
Dionisio
Giuralo.
Xanthia
Per Giove.
Dionisio
Giuralo bene anchora,
Xanthia
Per Giove.
Dionisio
Giura.
Xanthia
Per giove.
Dionisio
Povero me: come sono io impallidito vedendola,