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D'ARISTOFANE. 68

e costui dubitandosi mi hà fatto vergogna, oime donde mi vien questa cosa? qual dio incolpo, che mi facia morire?

Xanthia
L'aere il tetto di Giove, ò 'l fine del tempo. chi è quello che suona dentro?
Dionisio
Costui.
Xanthia
Che cosa è?
Dionisio
Non l'hai udito?
Xanthia
Che cosa?
Dionisio
Il spirito de le tibie.
Xanthia
Io almanco son inspirato da un aura sacratissima di facelle. hor cheto cheto andiamo, ben che timiamo.
Coro d'i sacrificij
Bacco ò bacco.
Bacco ò bacco.
Xanthia
Certo son questi, ò patrone, i sacrificanti, qui scherzano quelli, i quali egli ne dicea, cantando lodano Bacco, di che Diagora.
Dionisio
A me pare che faciano silentio, è cosa ottima che apertamente il vegiamo.
Choro
O Bacco, che qui hai stanze molto honorate, ò Bacco ò Bacco, vien in questo prato à ballare, trà li santi ballanti, che squasserai la tua corona abundante de molti frutti e mirti, che hai in testa. e moverai co 'l pede audace la lasciva chorea casta, e sacrata de sacerdoti santi, desiderosa de l'honore à i ludi, che hà de le gratie la grandissima parte.
Xanthia
O veneranda, et honorata figlia di Cerere, egli molto