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Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/150

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D'ARISTOFANE 75

Spesse volte la citade n'è parsa à patire quello medesimo, e ne li megliori e honesti de citadini, che è nel'antiquo nomisma, e novo oro. e certamente non usamo quelli boni, e ottimi di tutti li nomismati, e quelli che sono bene intagliati, e sonanti, e ne li Greci e ne li Barbari, e in ogni luogo: ma usamo questi cattivi di metallo, heri ò poco inanti tagliati di pessimo intaglio. e scacciamo i citadini, quelli che sapemo che sono generosi e savij e homai giusti, da bene, e honesti, e nodriti ne le palestre e cori è musica: ma usamo quelli di metallo e hospiti e servi, e i mali, e cattivi sopra 'l tutto: et quelli che ultimamente sono venuti, à i quali la citade inanti non hà usato volontieri ne farmaci, ne medicine. ò ignoranti tramuttando i costumi usamo i boni anchora e i virtuosi, che cosi è honesto, et ragionevole, e se alcuna volta fallirete, dunque dal degno bastone: e se patirete alcuna cosa, parerete à li sapienti patire.

Eaco
Per Giove servatore il patrone tuo mi pare generoso.
Xanthia
Come egli è non generoso? il quale sà bevere e chiavare solamente?
Eaco
Non ti hà dunq; battuto, che l'accusavi manifestamente, che essendo servo hai detto, che sei suo patrone?
Xanthia
Piagni dunque.
Eaco
Tu hai fatto una cosa servile, la quale facendola