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D'ARISTOFANE 83
Dionisio
Hor ciascuno tacia. dì Eschilo.
Eschilo
O Mercurio terrestre che guardi le potentie paterne, siami salvatore e agiutatore, ti prego. io vado à questa terra e descendo.
Dionisio
Hai di ciò da vituperar non so che?
Euripide
Piu di dodici cose.
Dionisio
Et nanche tutte queste sono piu di trè.
Euripide
Ogni cosa hà venti errori.
Dionisio
Eschilo ti aviso taci. ma se non, parerai debitore à trè Iambi.
Eschilo
Ch’io tacerò à costui?
Dionisio
Sì, se mi credi à me.
Euripide
Imperò che hà peccato, quanto celeste?
Eschilo
Vedi quel che zanci?
Dionisio
Poca cura hò io di questo.
Eschilo
In che modo dici, che io hò fallito?
Euripide
Un’altra volta da ’l principio.
Eschilo
O Mercurio terrestre, che vedi le paterne potentie.
Euripide
Non dice queste Oreste ne ’l sepolcro de ’l padre morto?
Eschilo
Non dico altramente.
Euripide
Dunque perche il padre di colui è morto violentemente per mano di donna con ascosi inganni, hà detto Mercurio vedere tal cose?
Eschilo
Non certamente quello, ma Eriunio. ne parla à Mercurio terrestre, e dichiara dicendo che hà posseduto tale don paterno.
Euripide
Anchora piu hai peccato di quello, che io voleva