Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/168

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D'ARISTOFANE 84
Euripide
Due volte dice udire, udire, essendo il medesimo apertissimamente.
Dionisio
Egli parlava à i morti ò scelerato tu, à i quali nanche tre volte dicendo, gli persuademo.
Eschilo
Tu in che modo facevi i prologi?
Euripide
Te lo dirò: e se due volte dirò quello medesimo, e se vederai congerij essendo oltra il parlar, sputami ne la faccia.
Dionisio
Hor dì, che la rettitudine de le parole de toi prologi non de mei è da essere udita.
Euripide
Era Edipo prima huomo fortunato.
Eschilo
Per Giove non certo, ma naturalmente infortunato, il quale prima che fosse generato disse Apolline, che nato, havria morto suo padre, e come era prima huomo aventurato?
Euripide
Poi è divenuto tristissimo de tutti gli huomini.
Eschilo
Per Giove non, peroche non cessò: come dunque? primamente lo puosero in su le pietre essendo se non nato nel'hiemale tempo, à ciò che notrito non fosse l'ucciditor di suo padre: egli notrito se n'andò à Polibo con tal corrutione, ch'havea infiati i piedi. poi tolse per moglie una vecchia essendo lui giovane, che era sua madre, poi se cavò gli occhi.
Dionisio
Fu fortunato quando il combattè con Erasinide.
Euripide
Tu zanci, e io facio belli prologi.
Eschilo
Et certo per Giove. non secondo che tu fai ti pelarò in ogni parola, ma con li dei ti corromperò i prologi da 'l lecithulo tuo.