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Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/178

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D'ARISTOFANE 89
Dionisio
Ben Palamede, ò sapientissima natura. hai trovato tu queste cose ò Cefisofo?
Euripide
Io solo. poi li vasi acetorij Cefisofo?
Dionisio
Che dici tu?
Eschilo
Dimi de la citade. quali usamo? i buoni?
Dionisio
E donde? gli hà in odio pessimamente.
Eschilo
Se alegrala d’i mali?
Dionisio
Non certo quella, ma usa la violenza.
Eschilo
Come dunq; alcuno servarà tal citade? à la quale ne la chlena, ne la sisira è utile?
Dionisio
Io l’ho trovato per Giove: se pur egli risurge anchora.
Eschilo
Là il dirò, quà non voglio.
Dionisio
Non: ma di quà lascia i beni.
Eschilo
Quando pensarano che questa terra sia de li nemici propria, e quella propria de li nimici, et il transito le navi,e l’indigentia poi il transito.
Dionisio
Bene. pur il giudice solo intende, e lo igiothisce.
Plutone
Giudicherai?
Dionisio
L’istesso giudicio de loro se farà: io mi elegerò, quale l’animo mi spirerà.
Euripide
Raccordati de li dei, che hai giurato di menarme a casa. elegerai gli amici.
Dionisio
La lingua l’ha giurato, io mi elegerò Eschilo.
Euripide
Che hai fatto ò sceleratissimo de gli huomini.
Dionisio
Io? hò giudicato haver vento Eschilo, perche nò?
Eschilo
Facìomi un opera fissile. tu mi vedi.
Dionisio
Che cosa è turpe, s’el non par cosi à i spettatori?