Vai al contenuto

Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/244

Da Wikisource.

d'aristofane. 112

gnide combatteva, sarei allogiato con Sitalco, il quale certamente era amico d’Atheniesi grandissimo, e voi amaua veramente: onde scrivevano su le mura i buoni Atheniesi, Questo figliuolo, il quale havemo fatto Atheniesi, amava di mangiare le viscera de gli Apaturij, e pregava il padre che desse aiuto à la patria: il quale sacrificando giurò di soccorreregli, havendo tanto essercito, che gli Atheniesi dicevano, Quanta cosa di zanciale è venuta.

Di.
Poss’io pessimamente morire, se niente cregio di questo.
Th.
Et che generation per guerregiare de Traci, adesso ne hà mandato?
Di.
Questo horamai è manifesto, e chiaro.
Pre.
O Traci, i quali Teoro hà condotto, venite quà.
Di.
Qualche male aviene.
Pre.
L’essercito d’Odomanti.
D.
Di che Odomanti? dimi che cosa è questa? chi streperà il membro de gli Odomanti?
Th.
Se alcuno desse due drachme in mercede à costoro, elli fuggiogarian tutta la Beotia.
Di.
Due drachme à sti menechioni? il popolo maritimo conservatore de la citade sospirarà. oime misero me, son morto da gli Odomanti, che mi hanno stirpato su l’aglio.
Th.
Non mettete giu l’aglio? scelerato tu non vai à