Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/247

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L'ACARNE


sbadacchierà: ne fugerà li vecchij Acharnei.

Ciascun, ò Giove padre, e ò dei, con li nemici hà fatto pace, à i quali la guerra da me farà accresciuta, e non li lascierò finche giunco come spatha acuta e dolorosa in essi farò inficato, accioche mai piu le vigne mie calchino. ma bisogna ricercar l’huomo, e servarlo generosamente, e perseguirolo à terra per terra, finche egli sarà trovato, che io percuotendolo e lapidandolo mai mi facierò.

Di.
Laudate,laudate.
Co.
Tutti tacciono. havete udita ò huomini la laude: costui è quello, che ricercamo. ma ogniun si faccia quà davanti. imperoche l’huomo che è per sacrificare a’l mio parere uscisse.
Di.
Laudate, laudate. và inanti, accioche poco inanti

portando il canistro Santhia, statuisca il Priapo diritto.

Mad.
Metti giu ii canistro ò figlia, accioche cominciamo.
Fi.
O madre dami il cocchiare, ch’io metterò la fava

su la fugaccia.

Di.
Et certo è buono ò Dionisio signore, ch’io (mandandoti questa pompa, e sacrificandoti con i servi)celebri le Dionisie feste felicemente ne li campi, sendo liberato da l’essercito: e ch’io gli apporti la pace per trent’anni.
Mad.
Horsu ò figliuola bella, accioche ben porti il ca-