Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/261

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popolo jt la pace: ma Ipogliadolo entramo ne gli am:peal. Dopoi the if maeliro no Piro a flato fopraftante feciali cori , non ancho e trapaffilto teatro, dicendo fauio, ma i 114 uituperato da li nensici foi, ne li Atheniefi buoni conliglieri, peroche da contra a la city noltra , e uitupera popolo.bikna rilpondere adefro a gli mutabili Atbeniefi,che dicono it Poeta eller degno de mol ti beni : facendo ceffare uoi con polar ifterni (Li decettione, the non ue alegrate de gli inganno ti, nefiate ’,tali C7 efFeminati citadmi . V of le: gati da le cita, ingannauate,hor ui domandauano coronati de utole,e poi the queflo diceumo,fubis to per le corone ne le alto natichette fedeuatr.nu fe alcuno lujingandouihaurfre dimandato Athene belle,e forma fe trouaua ogni co fa per farle for. mole, applicandole 1a paura de gli afij pefci. las crndo quef lo,eglic jia caufa de molti bent,et ma• f me demonarando i popoli ne le citadi , in the modo fe gouernino . Dunque defiderando de ues dere un buono Poeta da le dui ueneranno C57 ui porterano it tributo. it quale Poeta e quaff* perts clitato dicendo la ueriti a gli Athenieli.ma liens nerd da longi la gloria de l’audacia fua , come quando it Re de Lacedemone affiettando la legal tione,ditnanda prima a Toro : quail fono she inn cono In nauef Ma poi a Poeta ore male de rano C7 de