Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/564

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Lampitò
Parlane di ciò che vuoi.
Lisistrata
Per Giove ò cara donna.
Mirrhina
Di un poco che cosa hai tu di buono?
Lisistrata
Pur il direi, prima che'l dica, vi domandarò un poco questa picciola cosa.
Mirrhina
Ciò che tu vuoi.
Lisistrata
Non disiderate voi che i padri de fanciulli stianui luntano ne l'essercito?
Mirrhina
Ben so io, che havemo tutti noi il marito luntano.
Lisistrata
Al meno mio marito già cinque mesi, è luntano de qui, in Tracia ò meschino, che hà custodia di Eucrate.
Mirrhina
E'l mio poi sette mesi hà, ch'è in Pilo.
Lampitò
E'l mio anchor che da la guerra sia venuto, ben armato, se ne và anchora via volando legiero.
Lisistrata
Ma de'l nome d'adultero non c'è lasciata una salivetta, perche, poi che i Milesij ne tradirono, non hò veduto ne Olisbo d'otto deda, che ne sarebe stato un agiuto di cuoio, voreste forse adunque s'io trovassi una invenzione, di guastar la guerra con meco?
Mirrhina
Per le dee, io se ben mi bisogna anchora bevere in questo dì d'hoggi, questa vesta rotonda.
Calonica
Et io anchora se ben paio come una passera, darei à spartir la metà di mè medesima.
Lampitò
Et io anchora andarei su fino a'l Taigeto, ove sarei per veder ogni modo la pace.