Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/572

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fuoco e soffiar dentro, à ciò che non mi s'ammorzi, quando sarà là. Sy, sy. Oh, oh, che fumo, come è terribile ò signor Hercule, che mi vien su da l'olla, come un cane arrabiato gli occhi mi morde, e questo è fuogo Lemnio ogni modo, che non m'havria mai cosi rabiosamente morduto le mie lippitudini. Va tosto avanti ne la cita, e da aggiuto à la Dea Minerva, se mai le daremo aita piu che adesso ò Lachete. Sy, sy. Oh, oh che fumo questo fuoco anchora veghia e stà vivo, dunque mettiamo qui prima doi legni per ogni modo, aggiungendo a l'olla de le fascine di legna di vite a far venir su la fiamma, andiamo poi e saltiamo à le porte à guisa di montone: e se le donne non n'apriranno, chiamandole, bisogna abbrusciar le porte e soffocarle di fumo. Mettiam giu hor mai il poso, oh, che fumo, babeax: chi sarà quel de gli capitani che sono stati in Samo, chi pigliarà il legno? Hor già queste hanno dato luoco di calcarmi'l spinale. Et à te tocca ò olla far impizzar i carboni, per portarmi immantinente la facella accesa. Signora Vittoria danne aita, à ciò che mettiamo 'l trofeo noi hora de la presontion che adesso hanno presa le donne.
Coro de le donne
Bisogna affretarsi velocemente, come se'l fosse appizzato il fuoco. À me pare di vedere'l fumo ò donne.
Mezzo coro de le donne
Vola,vola Nicodica, avanti