Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/62

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ti, poi à tutto un tempo s’accordassimo, e gli ponessimo nome Fidippide. ella questo figlio pigliando, l’accarezzava dicendo, Quando tu, come sarai grande, menarai il cocchio à la cità, come facea Megacleo vestito di seta, et di panni fini? et io gli dissi, Quando tu menarai le capre da Felleo, come facea tuo padre vestito di griso? ma niente crede à le mie parole, anzi il desiderio di cavalleria hà spanta la mia roba, hor adunque tutta la notte pensando una qualche via, una n’hò trovata felicemente, che non si puo mutare, et eccellente, la quale se gliela persuaderò, non haverò un pensiere a’l mondo. onde desta prima lui: lo destarei io à qualche modo, à che modo mò, lo destarò io suavemente, e commodamente? à che modo? Fidippide, Fidippidino.
Fid.
Che cosa ò padre.
Str.
Basciami, e dami la tua mano destra.
Fid.
Eccomi, che cosa gli è.
Str.
Dimi, mi vuoi tu bene?
Fid.
Si per questo dio Nettuno cavalleresco.
Str.
Non mi dir già questo per modo niuno cavalleresco. perche questo dio è stato di mei mali cagione. ma se di cuore veramente mi ami ò figlio mio, fa à mio senno.
Fid.
Che cosa adunque debo obedirti?
Str.
Muta subitamente i tuoi costumi, et vieni à imparar quelle cose che io t’avisarò.