Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/83

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ra son saltato adosso. costor poi, quando una volta gli hà dato l'ansa Hiperbolo, à questo poveretto, et à la madre sempre tirano de calzi. Eupoli ben Marica primamente trasse, voltando i nostri cavallieri esso tristo tristamente, aggiugnendoli una ebriaca vecchia per lo ballar lascivo, la qual Frinico altre volte fece, la quale la balena mangiò. poi Hermippo di nuovo la fece contra Hiperbolo, et tutti gli altri poi fermarono contra Hiperbolo, havendo imitate le mie imagini d'anguille. Chiunque di queste cose andunca si vuole ridere, non de le mie alegrar si dee. ma se di me et de le mie inventioni v'alegrate, in altri tempi havere spasso voi pensarete.
Coro.
In prima chiamo ne'l coro grande l'altiregnante Giove, d'i dei signore: e il valente di forze, guardiano de la tridente, et de la terra et de'l mar salso grave motore: e'l padre nostro di gran nome Etere, che castissimo è, et di tutti la vita nutrisce: et anche Hippo nome, che sopra i splendidi ragi contiene il campo de la terra universa, grande fra i dei, et fra i mortali savio.
Coro.
O molto savij mei spettatori et dotti, di gratia qui avertite, noi ingiuriate in contrario vi accusiamo voi: che à noi (aiutandovi la cità più che tutti i dei) sapienti sole ne sacrificio, ne cerimonie, ne honor fate, che vi conserviamo. perche se gli è qualche exito con niuna mente, à l'hora e