Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/88

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sono maschij, et quali di quelli sono femine.
Str.
Ma io sò bene quali sono femine.
Soc.
Di mò.
Str.
Lisilla, Filinna, Clitagora, Demetria.
Soc.
I maschij poi quali sono i nomi?
Str.
Sono infiniti, Filosseno, Melesia, Aminia.
Soc.
Ma ò villano, questi ben sono non maschij.
Str.
Non maschij à voi sono.
Soc.
Nò, nò, perche à che modo chiamerai tù incontrandoti Aminia?
Str.
A che modo? cosi. vien quà Aminia.
Soc.
Vedi tu? femina tu chiami Aminia.
Str.
Dunq; giustamente, chiunq: non và à la guerra. ma perche queste cose che ogniuno sapiano, imparo?
Soc.
Niente per Giove, ma ch’hai declinato fatti in quà.
Str.
Che debo fare?
Soc.
Truova un poco qualche cosa de le tue.
Str.
Non per questo qui de gratia. ma se pur forza è, lasciami pensare queste cose medesime in terra.
Soc.
Non gli sono altre cose che quelle.
Str.
Meschino che son io, che sorte di supplicio patirò io hoggi per cimesi?
Soc.
Considera hora et guarda ogni cosa, et muta la tua usanza de’l vivere, havendola fatta grossa. quando poi subito in dubio cascarai, salta in un’altra cogitation di mente, il sonno poi grato à l’animo siati luntano da gli occhij.
Str.
Oime, oime.