Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/121

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— Distratta! — ripetè il Dal Poggio con una certa maraviglia — Distratta in che modo?

— Oh Dio! non saprei... così... come si distrae una donna che, secondo me, comincia a impensierirsi un pochino... Non trovi tu che ella sia diventata un po’ malinconica da qualche tempo in qua?

— Sarà forse, caro nonno, ma io nè me ne sono accorto, nè avrei avuto il tempo di accorgermene.

— Che diamine, nipote mio! So che tu dici, come gli Inglesi, che il tempo è denaro; ma per accorgersi di certe cose non fa bisogno di tempo, fa bisogno di occhi.

— Ed io vi ripeto, nonno, che gli occhi, mi avranno forse ingannato, ma non mi fecero accorto di nulla.

— Ebbene, ti dirò allora che io ho osservato in vece tua.

— Ma, — sclamò il Dal Poggio un po’ piccato — in tutti i casi io non ne avrei colpa...

— Ah! vedo che tu pigli la cosa diversamente da quello che m’intendo io...

— Tutt’altro; la piglio come merita di esser pigliata:... sul serio.

Il nonno crollò il capo quasi dispettosamente.

— Caro Emanuele, tu non puoi credere che io dal canto mio possa scherzare su una cosa che riguarda Noemi...

— Ma siccome so che di quando in quando vi piace di barzellettare!... Io non ho questo vantaggio...

— Dunque la quistione non era ben posata. Tu mi parlasti di colpa, come se io volessi farti un