Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/168

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— No... voglio dire che a sentire il nonno ella sarebbe un po’ triste da qualche tempo in qua... non avrebbe più il suo buon umore d’una volta.

Mentre così parlava, senza farsi scorgere, frugava nel viso a Cristina, che avea gli occhi altrove. La vide sorridere maliziosamente.

— Lo disse anche a me; — sclamò questa.

— Io, — continuò il Dal Poggio — gli risposi che non me n’ero accorto, e che non sapevo vedere la causa di tale imaginaria mestizia.

Cristina fe’ mostra d’essere un po’ imbarazzata, e non rispose.

Il Dal Poggio, che non s’aspettava questo contegno, si turbò; ma non volendo lasciar trapelare nulla di ciò che gli passava in cuore, ripigliò nello stesso modo:

— È certo però che quell’osservazione del nonno mi fece accorto che infatti Noemi s’è mutata un po’ da quella che era...

— Che vuoi, Emanuele? — disse la Firmiani — tu sai bene che noi donne abbiamo talvolta certe cause di tristezza che non potete avere voi altri uomini d’affari...

— Frascherie! Leggerezze!

— Il nonno l’altr’ieri dopo pranzo tenne lo stesso discorso anche a me...

— Ma dunque la è un’idea fissa la sua?

— Pare.

— E che cosa gli hai detto?

— Ecco, ti confesso che sulle prime gli ho detto