Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/169

Da Wikisource.

francamente che mi pareva che avesse le traveggole... ma poi osservando meglio Noemi, mi parve di scoprire infatti qualche cosa tra ciglio e ciglio che non aveva mai veduto.

— In verità io non saprei a che attribuire...?

— Ma le hai chiesto qualche cosa?

— Io no... Tocca a lei se ha qualche cosa a confidarlo a me.

— È verissimo... Tranne che la sia una cosa...

E qui Cristina s’interruppe fingendo che la frase che stava per pronunciare le fosse sfuggita in fallo di bocca...

— Tranne che la sia una cosa ch’ella non mi possa dire? — chiese il Dal Poggio che cominciava a sentirsi turbare seriamente.

— No, non dicevo questo nel senso che intendi tu...

— Io? Non l’intendo in nessun senso; — sclamò il marito — Che volevi dunque significare?

— Volevo significare che v’hanno in noi talvolta certe fantasticherie delle quali non vorremmo neppure render conto a noi stesse... figurati poi al marito!

— Fantasticherie? È appunto questo che non si deve! Le fantasticherie son cose da lasciarsi ai poveri poeti... Che diamine!

— Ah tu sai bene! I poeti le hanno in versi... noi donne le abbiamo in prosa...

— Oh vedi mo’; — disse il Dal Poggio affettando sempre una gran disinvoltura — io non credevo di venir oggi su questo argomento; ma, giac-