Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/288

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l’amo questa donna come non ho mai amato, come non amerò mai più di mia vita. È impossibile ch’io l’abbandoni...

— Impossibile! — sclamò il vecchio alzando gli occhi e le mani in alto.

— Ah voi siete troppo rigoroso, padre mio...! Mettetevi ne’ miei panni. Potrei io abbandonarla? Voi al mio posto fareste lo stesso, giacchè anche voi avete cuore. Ella mi parlò di uccidersi s’io avessi rifiutato di salvarla da suo marito.

— Dio mio! Dio mio! — sclamava il dottore storcendosi le mani.

— Dunque, ora si tratta di partir da Milano quanto prima. Io non so dove andrò; ma vedete che avrò bisogno di denaro e di consiglio. Per ora di denaro ne ho abbastanza... Ma in seguito vi scriverò... voi mi risponderete... non è vero?

Il professore ascoltava quelle parole assorto in un pensiero fisso e doloroso.

— Lascia almeno che le parli io; — disse a un tratto, invece di rispondere alle domande di Emilio — Forse le parole di un vecchio la persuaderanno.

— Ma voi siete dunque irremovibile nella vostra idea? Di che vorreste persuaderla? È impossibile!... Suo marito è un miserabile... un brutale... Ella non può più vivere con lui... Ritornare a casa sarebbe per lei come andar a gettarsi nel naviglio... Voi esagerate le cose. Ormai è quasi un dovere il mio di proteggerla, di sottrarla a’ suoi maltrattamenti... Pensate dunque che uomo sarei io se dovessi dirle di tornarsene dond’è venuta...?