Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/32

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logo avuto la mattina con un usuraio, che gli avea fatto l’onore di prestargli seicento lire, delle quali un terzo in mezze genovine scarse dai sette ai dieci grani, e le altre quattrocento in una gran cassa di guanti colore di foglia tenera e tutti mancini.

— Naturalmente — continuava il narratore — io ho cercato di vendere subito quella cassa. Ma quale fu il mio stupore quando il guantaio venuto ad esaminar la mercanzia mi avvertì che que’ guanti erano tutti della mano sinistra... come un matrimonio morganatico. Potete immaginarvi il mio furore. Corsi a casa dell’usuraio... gridai... tempestai, ma invano. Un’altra cassa, uguale alla mia, di guanti verdolini e tutti destri, era stata data ad un altro infelice, chissà in qual parte del mondo. Sperai un momento di trovarla cogli avvisi, e spesi dieci svanziche a far annunciare tre volte nella quarta pagina dei giornali:

“Chi possedesse una cassa di guanti verdolini per la sola mano destra, è pregato a darne avviso per relativo contratto di compra o vendita, trovandosi chi ne possiede un’altra di ugualmente verdolini e tutti della mano sinistra. Dirigersi all’ufficio, ecc. ecc.„ Ma non vidi mai venir nessuno, e dovetti finalmente cedere la cassa spajata all’usuraio stesso, che me la valutò qualche lira più di quello che me la stimassero gli stessi guantai.»

— Stamattina che era il giorno della scadenza — continuò il narratore dopo aver sbirciato il caminello della sua pipa di gesso, rappresentante la te-