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— Lo so bene anch’io. Gli è perciò che ho dimesso il pensiero di trovarli.
— Hai veduto papà Niso?
— Sì, ma non ne ha. Dove vorresti mai che andasse a trovar venti marenghi a questi lumi di luna?
— Capisco... ma i patti ci devono pur essere per qualche cosa... se no sarebbe inutile star in società.
— No... io non voglio. Io non ho mai fatto nulla per voi; non voglio che voi vi sacrificate per me.
— Ma e noi non vogliamo che tu vada in prigione.
— E come fare? — chiese Teodoro.
— Non lo so... pure un mezzo bisogna trovarlo. Chi manca qui? — continuò Gustavo sempre a bassa voce.
— Manca Niso ed Emilio; — gli fu risposto.
— Da Emilio sei stato?
— Oh tu sai bene che egli ha ben altro pel capo adesso.
— Eh che importa se è innamorato? Tanto meglio! E poi, ripeto, se ne ha, è suo dovere di salvarti.
— Ahimè! — sclamò un terzo — Emilio oggi ne ha meno di noi. S’è messo a fare il lion!
— In ogni modo nelle mani della polizia tu non ci puoi... non ci devi andare. Ma dove diamine li gettasti... venti marenghi...?
Teodoro alzò le spalle e si fe’ rosso.
— Per la Teresa forse? — chiese Gustavo sotto voce.