Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/74

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speranza rimastale delle tante illusioni amorose che la fantasia le avea dipinte quando era fanciulla. Questa idea essa l’accarezzò, la riscaldò con tutto il sentimento che avea dovuto sottrarre all’altro amore invano sognato. E finchè fu sorretta da tale idea i giorni le passarono non del tutto infelici.

Ma dal suo matrimonio erano passati quattro anni... e invano. La poverina avea cominciato a persuadersi che il cielo non volesse accordarle quella grazia che l’avrebbe salvata dalle tentazioni. Ora non c’è nulla di più triste e di più scolorato per una donna senz’amore, che la persuasione della propria sterilità.

Quante volte le amiche, che la credevano felice, non l’aveano veduta scoppiare in lagrime all’udire una madre parlare con compiacenza de’ suoi bambini!


Era in questo stato d’animo quando un giorno essendo andata a far visita a Cristina, vi aveva trovato Emilio Digliani.

Quand’essa entrò nel gabinetto di Cristina... bella come una creazione della fantasia, col suo cappellino bianco che contornava così bene il puro ovale del suo viso di Madonna, Emilio trasalì, tanto fu commosso da quella apparizione.

Dal canto suo Noemi — quando sua cugina dopo averla baciata, si volse a presentarle il giovine che stava in piedi estatico a guardarla — nell’abbassare gli occhi per rendergli il saluto della presentazione, si sentì montar al viso le fiamme. Essa aveva rico-