Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/75

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nosciuto in Emilio un timido e sconosciuto adoratore, che, al corso, al teatro, al passeggio le avea detto mille volte collo sguardo: come sei bella! come darei volentieri la mia vita per te!

Ora, fra i suoi mille adoratori palesi e nascosti, taciti e loquaci, Emilio era quello che Noemi avrebbe preferito su tutti... se ella avesse avuto in pensiero di preferirne alcuno.

Quel giorno Noemi era venuta dalla Firmiani per sfogare il suo dolore. Al trovarsi in presenza di Emilio, senza volerlo, senza saperlo, le era uscito di mente ogni rimpianto e senz’accorgersi era stata più interessante, più viva, più cara del solito.

Emilio si fermò quanto più potè, ma all’arrivo di nuove visite dovette partire. Strinse la mano alla Firmiani, e salutò Noemi con un profondo inchino di testa. Ma se gli occhi hanno un linguaggio, i suoi furono più che eloquenti!

Egli era partito innamorato di là. Noemi era sempre stato il suo ideale, e sebbene non avesse mai osato concepir nell’anima un solo desiderio, ad un’occasione avrebbe dato il suo sangue per lei.

Quante volte vedendo venir da lungi la sua carrozza, Emilio era scantonato frettolosamente giù da un vicolo, per non farsi veder malvestito!

Ora l’aveva udita parlare, l’aveva veduta animarsi, gestire, ridere. Tutto gli piaceva in lei; giacchè Noemi era una delle poche donne che ci guadagnano da vicino.

La sua voce poi, così dolce, così insinuante, avea finito di rubargli il cuore.